La mia classifica del 2021

1 Febbraio 2022
Sandro Columbaro

Nel gennaio di due anni fa, quando ancora il mondo non conosceva la pericolosità del Covid e le relative conseguenze, proposi sul testo 2020 L’ANNO DELLA RIVOLUZIONE una classifica personalizzata. Nei mesi è diventata fonte di dibattito per un tema, quello del ranking, che ha sempre appassionato.

La prima fu stilata nel 1913 da Wallis Mjers del Daily Telegraph. Dopo di lui ci provarono in molti ma erano tempi in cui si viaggiava ancora molto poco e le amicizie personali con i giocatori finivano per influenzare le scelte.

Negli anni ’50 e ‘60 la classifica si fece sicuramente più professionale. La più considerata era quella di Lance Tingay, anche lui del Daily Telegraph. Rino Tommasi dagli anni ’60 ha proposto una personale secondo criteri molto interessanti. Il 23 agosto 1973 arrivò il computer che mise al primo posto Nastase. Da allora la classifica dell’Atp è diventata l’unica ufficiale.

Parto da un presupposto fondamentale: il punto di vista dei giocatori. Per loro la vittoria, o almeno un ottimo piazzamento nei tornei Slam e in subordine nei tornei Masters 1000 condita magari da un successo alle Atp Finals, significa entrare nella storia del nostro sport. Sono questi i piazzamenti che nel corso di una carriera fanno la differenza.

La mia classifica ovviamente non ha valore esaustivo, è un divertisment che mi piace proporre. Ha come obiettivo quello di capire, con i numeri, dal punto di vista quantitativo, quali sono i giocatori che riescono a dare il massimo nei tornei dello Slam e in quelli appena sotto nella scala gerarchica.

legenda punteggi della mia classifica 2021

la mia classifica 2021

la mia classifica 2019

Non prendo in considerazione la classifica del 2020, che comunque è stata pubblicata nel gennaio del 2021 nello spazio A FIL DI RETE Il mio punto di vista, perché la stagione è stata condizionata dalla pandemia e si è quindi giocato molto poco.

Faccio alcune brevi considerazioni sulla classifica 2021 per accompagnare la lettura.

Novak Djokovic come sappiamo ha cannibalizzato gli Slam, gli è mancato solo l’ultimo passo per raggiungere il traguardo storico del Grande Slam. E’ evidente che domina la classifica anche se ha giocato meno Masters 1000 rispetto agli altri anni.

Daniil Medvedev merita il secondo posto non solo perché è riuscito a strappare il torneo di Flushing Meadows a Nole sul filo del traguardo. I punti conquistati dimostrano comunque che sull’erba e sulla terra rossa il salto di qualità non c’è ancora stato. Credo che sia più una questione mentale che tecnica, anche se i suoi colpi sulle superfici che non sono il cemento perdono in parte efficacia.

Sascha Zverev a differenza del 2020 non ha fatto finale Slam ma il suo rendimento nei tornei che fanno la storia sta migliorando continuamente. Ricordo che ha vinto anche le Olimpiadi e non è azzardato pensare che nel 2022 possa contendere la prima piazza a Nole e a Daniil. E’ forse il giocatore che, ad altissimi livelli è migliorato maggiormente e soprattutto è in grado potenzialmente già da oggi di vincere su tutte le superfici, forse anche a Wimbledon. La vittoria alle Atp Finals, dove ha sconfitto prima il serbo e poi il russo, ha suggellato una stagione straordinaria

Stefanos Tsitsipas ha iniziato l’anno molto bene e si è espresso al massimo sulla terra battuta. Nella seconda parte di stagione, complici alcuni problemi fisici e una minore adattabilità a certe superfici, la sua classifica ha perso slancio. E’ probabile che nei primi mesi dell’anno il suo rendimento non sarà al top. Prevedo che questa primavera sarà uno dei protagonisti sul rosso.

Chi ha avuto un ottimo rendimento nei tornei Slam è stato Matteo Berrettini che agli ottavi dell’Australian Open è stato costretto al ritiro. Negli altri Major è sempre stato battuto da Nole. L’augurio che gli possiamo fare è che quest’anno possa stare bene fisicamente. L’erba è sicuramente la superficie sulla quale il rendimento si alza notevolmente. Nel 2021  è arrivata anche la vittoria al Queen’s oltre che la finale di Wimbledon.

Se confrontiamo la classifica Race che attesta il rendimento del giocatore durante l’anno con quella che ho provato a fare, notiamo una sostanziale convergenza, a dimostrazione che i migliori riescono a rendere al massimo anche nei tornei ai quali tengono di più. Le sorprese ci sono, ma sono abbastanza sporadiche. La semifinale di Aslan Karatsev in Australia è sicuramente annoverabile tra i risultati più straordinari degli ultimi anni.

Andrej Rublev continua a deludere nei tornei che contano. Ha ottenuto troppo poco negli Slam. Hanno fatto meglio in questa categoria di tornei Felix Auger ma anche Hubert Hurkacz e Denis Shapovalov. La sua semifinale a Wimbledon non è da sottovalutare anche se mi sembra comunque troppo poco per un player del suo talento.

Se confronto le classifiche 2019 e 2021 noto che hanno perso posizioni Nadal, Federer e Thiem perché hanno giocato molto poco. Il 2022 ci dirà se Rafa sarà ancora in grado di vincere il 14° titolo al Roland Garros, se Roger potrà fare ancora la voce grossa a Wimbledon e quale sarà il grado di ripresa di Dominic che dovrebbe tornare a fare risultati di prestigio.

In un anno non sono poche tuttavia le situazioni che sono cambiate. Si sta affermando la nuovissima generazione, i nati nel nuovo millennio, con Jannik Sinner e Carlos Alcaraz primi fra tutti. Se non quest’anno, credo che nel 2023 un giocatore nato nel XXI° secolo si affermerà a livello Slam, mentre per quelli nati alla fine degli anni ’80 e nei primi anni dei’90 si stanno spegnendo le luci della ribalta.