La mia classifica del 2023

31 Dicembre 2023
Sandro Columbaro

Presento anche quest’anno, come d’abitudine dal 2020, la classifica personalizzata che ha come obiettivo analizzare i risultati ottenuti dai migliori nei tornei Slam e nei Masters 1000. Ho mantenuto la stessa legenda dello scorso anno. Ricordo che in questo si è giocato il Masters 1000 di Shanghai non più disputato dal 2020, l’anno della pandemia da Covid 19.

legenda punteggi della mia classifica 2023

la mia classifica 2023

la mia classifica 2022

Confronto la classifica personalizzata con quella Atp.

Il primo dato che appare evidente è che i primi sei giocatori sono gli stessi, a dimostrazione che anche la classifica da me ideata ha un certo valore tecnico oggettivo che non spariglia le carte.

Djokovic (1) ha dominato l’annata e quindi è primo nettamente in tutte due le classifiche anche se il numero dei tornei giocati è inferiore agli altri player. Nole ha dominato gli Slam – tre vittorie e finale a Wimbledon –, vincendo comunque anche Cincinnati e Parigi-Bercy. L’unico neo della stagione, soprattutto se consideriamo la parte finale, è stata la sconfitta contro Sinner in Coppa Davis, ma in entrambe le classifiche questo risultato non viene preso in considerazione.

Alcaraz (2) ha fatto molto bene soprattutto nella prima parte dell’anno e la vittoria a Wimbledon contro il serbo rimane un risultato a mio parere stupefacente e comunque di valore assoluto. La semifinale al Roland Garros e la vittoria a Madrid dimostrano che sulla terra è da considerare il giocatore da battere per i prossimi anni anche se appare evidente che non potrà ripetere su questa superficie la carriera di Nadal.

Medvedev (3) vincendo al Foro Italico ha sfatato il tabù sulla terra rossa anche se rimane un giocatore da cemento, un professore su quella superficie come ama scherzosamente definirsi. Negli Slam ha fatto bene solo a Flushing Meadows dove è giunto in finale. La sua è stata una stagione discontinua, dove ha alternato buoni risultati ad altri che dovevano essere sicuramente migliori.

E’ stata la stagione dell’esplosione definitiva di Sinner (4). Il tanto lavoro con Vagnozzi, Cahill e il resto della compagnia sta incominciando a dare i suoi frutti, lo si è visto in particolare a fine stagione. Ha centrato in Canada il primo Masters 1000 della sua ancora giovane carriera, ha battuto per la prima volta sia Djokovic che Medvedev, il moscovita tre volte consecutivamente ed è arrivato in finale alle Atp Finals di Torino dove è vero che ha perso da Nole in modo netto ma dopo aver giocato, come tutti i tifosi italiani si aspettavano, una settimana d’incanto nella quale ha sconfitto anche il serbo. Non rientra nella classifica personalizzata la vittoria a Pechino perché è un torneo Atp 500 ma in termini assoluti è stata importantissima. Determinante l’apporto di Jannik nel successo della Coppa Davis che era stata vinta solo nel 1976 da Panatta & Co. L’obiettivo per il 2024 sarà quello di alzare l’asticella negli Slam. Negli ultimi mesi ha dimostrato una maggiore resistenza fisica. Credo che da quest’anno potremo aspettarci delle piacevoli sorprese, anche se ovviamente è difficile dire se sarà l’anno buono per rompere il ghiaccio.

Rublev (5) ha giocato la sua migliore stagione. Ha vinto il primo Masters 1000 in carriera – Monte Carlo – e a fine stagione ha dimostrato alcuni progressi interessanti sia dal punto di vista caratteriale che tecnico. Sotto l’aspetto puramente tennistico è ancora, in buona parte, un giocatore monocorde ma sicuramente sta cercando di migliorare la posizione a rete e nella volée. In diverse occasioni è ancora troppo emotivo e nervoso e questo non gli consente di giocare al meglio nei momenti importanti.

Tsitsipas (6) ha deluso le aspettative. Mi attendevo un anno dal rendimento più alto considerando che a gennaio ha centrato la finale dell’Australian Open. Nel resto della stagione si è dimostrato troppo discontinuo e i risultati ottenuti nei Masters 1000 indicano che la strada che deve fare, caratterialmente e anche dal punto di vista del rovescio, non è poi così breve se vuole ottenere risultati di pregio. Il suo obiettivo da quando si è affermato come una delle racchette più spettacolari del circuito è vincere Slam. In questo momento mi sembra più lontano rispetto ad un paio di anni fa. A mio parere deve anche trovare un allenatore di livello che sappia far fruttare al meglio il suo talento.

Rune (7) il nuovo allenatore l’ha trovato in Becker. E’ sicuramente una scommessa che potrebbe rivelarsi vincente. Holger deve migliorare dal punto di vista caratteriale. Sa giocare sia la fase difensiva che quella offensiva e ha momenti di tennis veramente straordinari. I suoi colpi devono diventare un gioco con schemi più precisi e vincenti.

Ruud (8) ha fatto la finale del Roland Garros ma il suo rendimento, forse anche a causa di una preparazione invernale sbagliata, non è paragonabile a quello del 2022. Hurkacz (9) ha vinto il suo secondo Masters 1000 a Shanghai dopo Miami 2021 ma per il resto della stagione ha ottenuto troppo poco per un giocatore del suo potenziale. Khachanov (10) ad oggi ha forse giocato la sua migliore annata dimostrando di essere a suo agio negli Slam. Nella seconda parte di stagione ha avuto un infortunio e quindi il suo rendimento sul finire ne ha risentito.

I giocatori che vanno dalla undicesima posizione alla ventesima e oltre hanno avuto un picco di rendimento, penso alla semifinale di Shelton (12) a New York e di Paul (13) in Australia, che non è stato confermato nel resto della stagione. La mia classifica mette in evidenza che se si escludono i primissimi, gli altri giocatori non sono stati continui, non hanno danno affidamento per buona parte dell’anno.

Credo che anche nel 2024 assisteremo al dominio dei soliti noti al quale si potrebbe aggiungere magari Shelton. Interessante sarà anche vedere se Zverev sarà in grado di tornare nella top five e Auger nella top ten.

Per quanto riguarda gli italiani ci aspettiamo grandi risultati da Sinner ma anche il ritorno di Berrettini (30), l’ascesa di Musetti (27), Arnaldi (30) che nel 2024 ha l’arduo compito di confermarsi e la svolta nella carriera di Nardi che deve affiancare al talento una adeguata programmazione e un carattere vincente.