US Open 2022: iniziano i quarti di finale

6 Settembre 2022
Sandro Columbaro

I confronti sono pericolosi e chi li fa finisce quasi sempre per essere criticato. Io ci provo lo stesso e come fosse un gioco sovrappongo i tabelloni US Open 2022 e 2021 ben sapendo che ci sono delle differenze che non possono non essere considerate.

Quest’anno mancano Djokovic e Zverev, l’anno scorso non c’era Nadal. Nel 2021 Nole era ad un passo dal Grande Slam e il suo grande avversario Medvedev, l’unico che potenzialmente poteva fermarlo, lo sconfisse anche se il serbo quella finale studiata cento volte prima di scendere in campo non la giocò mai completamente. Scese il fratello di Nole che come sappiamo non si è affermato nel mondo professionistico. Non ci fu partita. Fu un periodico 6-4 per il moscovita che vinse il suo primo e per ora unico titolo Slam.

Torniamo a noi, cioè a quest’anno. Medvedev (1) e Nadal (2) sono stati estromessi negli ottavi di finale. Il primo è stato battuto da Kyrgios (23) che ha dimostrato di non essere solo un erbivoro. Pensate che l’anno scorso perse al primo turno da Bautista in un match che non provò nemmeno a giocare, quest’anno sta dimostrando il suo immenso talento che nessuno tuttavia gli ha mai negato.

Nadal (2) è stato sconfitto da Tiafoe (22), lo statunitense che fece arrabbiare Sinner a Vienna verso la fine dello scorso anno. Frances è migliorato nella tecnica e nell’attenzione da quando ha incominciato a essere seguito da Ferreira.

Le due sconfitte dimostrano che il russo non merita la prima posizione mondiale, difatti è in procinto di lasciarla, e che il maiorchino non può sconfiggere il tempo, avversario inesorabile anche per chi viene da Marte come lui.

La testa di serie posizionata meglio in classifica è Alcaraz (3) che l’anno scorso a 18 anni si fece conoscere al mondo del tennis proprio in questo torneo dove sconfisse al terzo turno Tsitsipas prima di abbandonare nei quarti contro Auger per cedimento fisico e nervoso prima ancora che per guai fisici.

Ruud (5) è l’altro giocatore rimasto tra le prime otto teste di serie. Dopo la finale del Roland Garros si è preso una pausa agonistica ma in questo torneo ha dimostrato di saper battere anche più di un colpo quando è necessario e d’incominciare a pensare ai grandi appuntamenti Slam come ai tornei adatti a lui.

A proposito saranno proprio i nostri a sfidarli. Il norvegese giocherà con Berrettini (13) fra pochissimo, lo spagnolo di Murcia incontrerà Sinner (11) domani in una sfida che nei prossimi anni potrebbe diventare una costante del tennis. Non voglio fare pronostici, ma prometto che ne riparlerò.

Non ho nominato Rublev (9) e Khachanov (27) semplicemente perché non li vedo in finale domenica. Sono stati bravi ma non hanno avuto avversari impossibili.

L’anno scorso a stupire furono l’olandese van de Zandschulp, quest’anno solo un comprimario, e il sudafricano Harris che in questo momento è fermo ai box per manutenzione.

Chi vincerà questa edizione festeggerà il suo primo Slam, questo a dimostrazione che fare pronostici quest’anno è ormai un’arte difficilissima più che una scienza esatta!