Ieri avevo scritto che vedevo la squadra spagnola leggermente favorita perché Bautista e Carreño riescono ad andare sempre oltre i propri limiti, che sono comunque alti, quando devono giocare per qualche cosa che conta.
L’Atp Cup nata nel 2020 come competitor della Coppa Davis – forse sarebbe il caso di fare chiarezza e trovare un compromesso che metta d’accordo tutte le parti interessate per il bene del tennis – una certa importanza per i giocatori la deve avere, sia per i punti Atp che per il money che distribuisce, oltre ad essere una vetrina mondiale che non dispiace agli sponsor e al circuito parallelo che c’è intorno al nostro sport.
Nel fare il pronostico non avevo fatto i conti con i temibili gemelli diversi che dopo la sconfitta iniziale per 3-0 subita dagli Stati Uniti si sono messi a giocare sul serio sconfiggendo in serie la Gran Bretagna e la Germania nel girone di qualificazione e la Russia in semifinale. Partite sofferte, lottate, ma che hanno dimostrato che i due giovani canadesi quest’anno sono intenzionati a fare sul serio.
Finora Auger non ha ancora vinto tornei in singolare nonostante le otto finali raggiunte, mentre Shapovalov ha come unico successo il titolo di Stoccolma del 2019. Tre gli ultimi atti raggiunti. Quando sono insieme evidentemente raggiungono una chimica data dalla motivazione, dalla forza di combattere come due fratelli e una maturità che negli altri tornei, nonostante l’indubbio talento, non sono riusciti ancora ad ottenere.
Lo hanno capito anche Carreño e Bautista, due giocatori che non sono disposti a cedere un quindici a nessuno. Oggi hanno dovuto fare i conti con l’energia della giovinezza e il sapore della rivincita. Hanno lottato come sempre fino all’ultimo ma hanno dovuto arrendersi.
Nel primo match tra i n°2, e a ricordare certi incontri di questa settimana fa un po’ sorridere a pensare che secondi giocatori si sono visti, sono scesi in campo Pablo Carreño Busta e Denis Shapovalov.
Il canadese nato a Tel Aviv ha mostrato una delle migliori versioni degli ultimi tempi perché ha giocato aggressivo, rischiando il giusto, scendendo a rete quando era necessario e aprendosi gli angoli spesso in modo spettacolare.
A mio parere un momento molto importante del match è stato un primo lunghissimo game nel quale Shapovalov ha salvato cinque palle break. Per lui partire in svantaggio contro l’asturiano sarebbe stato molto pericoloso. Il game di 22 punti vinto gli ha dato coraggio, gli ha sicuramente fatto capire che la partita poteva essere sua. Al decimo game ha strappato il servizio a 15.
Nel secondo set Denis ha brekkato al quarto game ma ha subito la parziale rimonta al settimo. Nel gioco successivo è stato bravo a restituire il favore per chiudere al nono gioco a 30.
Nell’incontro tra i numeri 1 Felix Auger–Roberto Bautista il canadese è stato bravo a recuperare il break iniziale e a cancellare cinque palle break nell’ottavo game che avrebbero aperto un’autostrada per il valenciano chiamata primo set.
Felix è stato dirompente nel tie-break perché a forza di rasoiate di diritto potenti e spesso incontenibili è volato sul 6-2 per chiudere dopo ottantacinque minuti per 7 punti a 3 grazie ad un attacco di diritto lungolinea.
Nel secondo set il canadese è stato bravo a recuperare ulteriori palle break e fare il sorpasso definitivo nell’ottavo game grazie ad una serie di diritti giocati con molta aggressività e precisione. Ha chiuso con un servizio vincente.
Finite le competizioni a squadre ritornano i tornei che contano veramente. Vedremo se il 2022 sarà l’anno nel quale i due ragazzi canadesi sapranno fare quel salto di qualità che molti auspicano da tempo, necessario per farli entrare definitivamente nel gotha tennistico.
Shapovalov-Carreño Busta 6-4 6-3
Auger Aliassime-Bautista Agut 7-63 6-3