Il tennis italiano nella stagione 2023 tra risultati, prospettive e speranze – 1a parte

6 Dicembre 2023
Sandro Columbaro

E’ stato l’anno di Jannik Sinner, quello della consacrazione che in molti si aspettavano già da un paio di stagioni. Jannik è cresciuto giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, torneo dopo torneo. Le Finals di Torino e la Coppa Davis lo hanno confermato e le vittorie su Djokovic e Medvedev ci hanno detto che il nostro gioiellino è sicuramente pronto sul veloce indoor, la superficie dove si esprime meglio.

Tuttavia è il primo a sapere che per migliorare ulteriormente la classifica, oggi è n°4, il lavoro che aspetta lui e il suo team è ancora abbastanza lungo. I titoli importanti si vincono riuscendo a dare il massimo nei tre su cinque outdoor – per ora Jannik a livello Slam ha solo la semifinale a Wimbledon 2022 – e se vuole primeggiare anche al Foro Italico e al Roland Garros deve migliorare le prestazioni sul rosso che è la superficie sulla quale la sua palla corre meno velocemente.

La sua carriera è ancora agli inizi e il tempo per dare grandi soddisfazioni al pubblico italiano per il quale ormai è diventato una star sulla bocca di tutti non manca di certo. E’ già nel gotha della storia del nostro sport ma anche se non ha vinto tornei Slam come Panatta (1) e Pietrangeli (2) a mio parere è già da considerare il migliore di tutti. Il tempo darà ragione a lui e a tutti quelli che lo vedono da anni come un predestinato.

E’ vero che abbiamo vinto la Coppa Davis ma il tennis italiano a livelli altissimi in questo momento è solo l’altoatesino. Lorenzo Musetti ha deluso non tanto per i risultati che non sono arrivati ma soprattutto per i miglioramenti tecnici e mentali che non ha fatto. Se si escludono pochissime partite è parso un giocatore spento nonostante le roboanti dichiarazioni che ogni tanto fa vedendosi come futuro top ten e anche meglio.

Ha perso solo quattro posizioni nel ranking mondiale rispetto all’anno scorso – circa 400 punti – ma da lui mi aspettavo molto di più perché ho ancora negli occhi i primi due set vinti al Roland Garros nel 2021 contro Djokovic e il successo contro Alcaraz nella finale di Amburgo dello scorso anno. E’ vero che ad aprile ha battuto Nole a Monte Carlo ma una partita seppur ben giocata non fa primavera. Sarà affiancato anche da Barazzutti. Speriamo che Corrado riesca a esaltare il grande talento, ci è riuscito con Fognini e quindi potrebbe ripetersi.

Il nome nuovo è indiscutibilmente Matteo Arnaldi oggi n°44 e terzo giocatore italiano nel ranking mondiale. L’anno scorso aveva chiuso la stagione come 134. Ha giocato bene in primavera e ancora meglio d’estate raggiungendo il suo top nella partita alla garibaldina giocata contro Alcaraz negli ottavi di finale di Flushing Meadows.

Il sanremese è un player in crescita sotto l’aspetto tecnico e mentale. Stupisce dal punto di vista tattico, per la fluidità nei movimenti, le accelerazioni e la capacità di resettare immediatamente dopo aver perso un punto. Deve migliorare ancora molto perché in certi momenti prende dei rischi eccessivi e spreca punti che dovrebbero essere giocati meglio. Ci riuscirà con l’esperienza che a oggi è troppo poca. Non aspettiamoci un nuovo Sinner ma un giocatore capace di entrare almeno nella top 25 in modo stabile.

Domani proseguo con la seconda parte