Il tennis italiano nella stagione 2023 tra risultati, prospettive e speranze – 2a parte

7 Dicembre 2023
Sandro Columbaro

Continuo con il pezzo pubblicato ieri.

Lorenzo Sonego ha una classifica sostanzialmente invariata rispetto allo scorso anno – 46 contro 45 del 2022 – ma anche dal piemontese onestamente mi aspettavo qualcosa di più, senza magari ripetere la stagione 2021 che lo ha portato fino alla semifinale del Foro Italico. Lorenzo è troppo discontinuo durante un torneo e spesso nella stessa partita. Gioca game nei quali sembra un top ten, mentre in altri è fallosissimo e cade in errori che un player che è ormai stabile da alcuni anni nel circuito maggiore dovrebbe evitare. 

Speriamo che per lui ci sia ancora tempo per fare risultati di un certo prestigio e valore, anche se la concorrenza dei ventenni o comunque dei giocatori ormai di diversi anni più giovani di lui che stanno crescendo è evidente. 

Matteo Berrettini, l’anno scorso 16, oggi 92, è ingiudicabile perché ha giocato troppo poco e senza continuità. Credo che debba ritrovare la voglia di sacrificarsi sul campo, ma ovviamente questa aumenta se la forma fisica lo sostiene. Non ha più Santopadre al suo fianco. Forse è anche alla ricerca di nuovi stimoli, altri metodi di preparazione, spera di migliorarsi ulteriormente dal punto di vista tecnico con un nuovo allenatore. L’importante è che lui ci creda veramente.

Fosse così, noi siamo con lui perché l’emozione di vederlo in finale sui campi di Church Road nel 2021 contro Djokovic il giorno in cui la squadra italiana di calcio divenne campione d’Europa a poche centinaia di metri – sembra passato un secolo – non ce lo siamo certo scordata.

Luca Nardi è il ventenne con maggior talento, colpisce la palla con molta naturalezza, sa spingere e giocare su tutte le superfici e in ogni zona del campo. Gli manca ancora un po’ di cattiveria agonistica, l’istint killer che gli faccia chiudere le partite quando è a un passo. Il suo tennis è indiscutibilmente bello, ma per diventare vincente ci vogliono ancora un centinaio di partite, ovviamente se vuole mirare in alto.

Flavio Cobolli ha disputato una buona stagione, oggi è n°101, aveva chiuso la scorsa come 171. E’ soprattutto un terraiolo molto volitivo e con una grande lena di arrivare. Credo che nel 2024 potrà posizionarsi stabilmente nella top 80. 

Luciano Darderi, in particolare negli ultimi mesi, ha dimostrato che almeno sulla terra battuta può diventare un player di un certo livello. Spero nei miglioramenti anche di Giulio Zeppieri, finora troppo irregolare, come di Mattia Bellucci, Matteo Gigante e Francesco Maestrelli. Per Francesco Passaro, grande amico di Arnaldi, il passo indietro in termini di gioco e quindi anche di classifica è stato notevole. Ricordo che sono giocatori nati nel nuovo millennio.

Immagino che Fabio Fognini provi ancora nella prossima stagione con una attività legata soprattutto alla terra battuta sempre che la condizione fisica gli dia la possibilità di esprimersi a buoni livelli per un trentasettenne, li compirà a maggio.

Per Marco Cecchinato, che nel 2018 con la semifinale del Roland Garros, diede inizio con coach Vagnozzi alla vera rinascita del movimento tennistico italiano ad alto livello – nel 2019 Fognini vinse a Monte Carlo – non sembra lontano il momento dell’addio. Potrebbe dare ancora qualcosa sulla terra battuta ma sembra non crederci più.

Chiudo questo pezzo ricordando che Federico Cinà, oggi sedicenne, è arrivato fino alle semifinali di Flushing Meadows. Oltre a lui ci sono altri ragazzi non ancora diciottenni che promettono bene a dimostrazione che nei prossimi 10-15 anni il nostro movimento dovrebbe godere, il condizionale è d’obbligo quando si parla di giovanissimi, di ottima salute.