La Coppa Davis tra passato, presente e futuro

7 Dicembre 2021
Sandro Columbaro

Come sarà l’edizione 2022 della Coppa Davis? Dove si disputerà? Quello che sappiamo di certo è che ci saranno piccole novità, mentre la sede dove si svolgerà la fase finale non è stata ancora comunicata. Da alcuni giorni si ventila l’ipotesi di Abu Dhabi. Doveva essere annunciata nella conferenza di domenica che è stata cancellata. Si spera in un ripensamento, ma purtroppo la nuova Coppa Davis è ancora troppo ancorata a logiche di mercato, business e marketing da pensare che la soluzione terrà conto dei tifosi e degli appassionati.

Le squadre ammesse alla fase finale non saranno 18 come quest’anno ma 16 che formeranno quattro gironi da 4. Ognuno avrà luogo in una città europea, su campo indoor in cemento come quest’anno. Le prime due classificate giocheranno, nella sede di cui ancora non si conosce il nome, un tabellone che partendo dai quarti di finale, a eliminazione diretta, designerà le due finaliste che s’incontreranno il 3 cembre.

Chi sono le squadre già sicure di partecipare alla fase finale? Le finaliste di quest’anno, Russia e Croazia, oltre alle wild card Serbia e Gran Bretagna assegnate dall’ITF. Per le altre ci sarà un match di qualificazione da disputare i giorni 4 e 5 marzo che designeranno le ulteriori 12 squadre.

L’Italia giocherà in Slovacchia. Non possiamo lamentarci del sorteggio perché i nostri avversari possono contare solo su un giocatore compreso fra i primi 100, Molcan. Gli altri player della squadra potrebbero essere Gombos, Martin, uno tra Kovalik e Lacko e un ottimo doppista come Polasek, numero 9 della specialità. A completare il quadro ci sono:

Francia-Ecuador, Spagna-Romania, Finlandia-Belgio, Usa-Colombia, Olanda-Canada, Brasile-Germania, Ungheria-Australia, Norvegia-Kazakhistan, Svezia-Giappone, Argentina-Repubblica Ceca, Repubblica di Corea-Austria.

I quarti di finale devono essere l’obiettivo minimo della nostra squadra che se sarà al completo e con i giocatori in discrete condizioni potrà sicuramente essere competitiva fino alla fine. Ovviamente per farlo dovremo avere una formazione di doppio affiatata. Sarà il compito più impegnativo per capitan Volandri che dovrà utilizzare diplomazia ma anche capacità persuasive per convincere i nostri a giocarlo in modo regolare.

Vavassori, l’unico italiano che si dedica con perseveranza, discreti risultati e convinzione a questa specialità dovrebbe essere, secondo me, inserito nel progetto Italia come possibile partner. Potrebbe diventare un’opzione importante. Ovviamente bisogna crederci e dargli le maggiori opportunità per fargli respirare l’aria dei grandi tornei. Credo che lui lo farebbe anche se dovesse sacrificare il singolare. Non dimentico ovviamente Bolelli ma se si vuole pensare al futuro bisogna anche saper fare scelte drastiche.

Il marketing e il business hanno vinto. Chi sperava che si potesse tornare indietro alla Coppa Davis tradizionale deve rassegnarsi. Oggi è un prodotto e come tale va venduto al miglior offerente. Non c’è spazio per la nostalgia. Speriamo che si possano trovare almeno delle soluzioni che permettano di promuovere sempre meglio il nostro sport, fine ultimo della Coppa Davis che è un vero e proprio campionato del mondo che ogni anno vede coinvolti molte centinaia di giocatori e decine di migliaia di tifosi sugli spalti.