Lettera aperta a Matteo Arnaldi

30 Aprile 2023
Sandro Columbaro

I risultati di Matteo Arnaldi sembrano fatti apposta per farci riflettere. Ci dimostrano che nel tennis ognuno cresce secondo i propri tempi e che non bisogna necessariamente essere dei bambini prodigio per diventare dei futuri professionisti della racchetta o addirittura dei big, anzi qualche volta – ne abbiamo avuto purtroppo degli esempi anche in Italia – può essere pericoloso essere considerati dei predestinati.

La tua crescita è stata lenta ma costante così come il tuo gioco. Nel 2019, quindi l’anno precedente la pandemia, hai superato solo due turni nei tabelloni principali dei tornei Slam junior. Nei tornei M15 e M25, la prima catena che unisce il tennis giovanile con i tornei maggiori, erano tante le sconfitte e pochi i successi.

Il 2020 è stato un anno dall’attività ridotta e i risultati, anche se leggermente migliorati, non arrivavano né nei tornei italiani né in quelli che si svolgevano fuori dai nostri confini. Quando si raccoglie solo sudore e fatica è facile avere dei momenti di cedimento. Il tennis è uno sport difficile perché se è vero che i player hanno fin da giovani dei gruppi di lavoro di riferimento, la sconfitta molte volte finisce per essere orfana e spesso difficile da digerire.

In quei momenti sorgono tante domande e la passione, la voglia di riuscire può lasciare il posto allo scoramento, alla voglia di lasciare tutto per una vita normale. E’ allora che bisogna crederci, ma anche darsi degli obiettivi e soprattutto occorre essere ben consigliati. Noi non sapremo mai cosa veramente ti è passato per la mente quando i risultati non arrivavano, immagino che si alternassero momenti di giubilo ad altri di sconforto e di dubbio. Quanti ventenni hanno sognato una vita da campioni e dopo la grande illusione si sono trovati con il cerino in mano incapaci di darsi delle risposte e magari abbandonati anche a se stessi. Sono questi i momenti cruciali: lasciare o continuare? Investire ancora un anno o due sulle proprie potenzialità o pensare a fare altro. In fondo a vent’anni si ha ancora il tempo per scegliere.

La prima piccola svolta l’hai avuta nel 2021 con 2 vittorie in tornei M25 e con altri discreti risultati ma l’avviso con ricevuta di ritorno che qualcosa stava cambiando l’hai sicuramente avuta domenica 22 maggio 2022 in terra d’Abruzzo e precisamente a Francavilla quando hai vinto il primo Challenger in carriera a cui hanno fatto seguito altri ottimi risultati. La classifica incominciava a essere sempre più interessante. La top 200, 150 e oggi la top 100, ormai non solo virtualmente raggiunta, ci dicono che il ragazzino fragile al quale non tutti – bisogna dire la verità – avevano creduto nei momenti più difficili, ce l’ha fatta.

Di strada da compiere, di difficoltà e di battute d’arresto ne arriveranno tante. Anche oggi con Munar, dopo il primo set dominato – sembrava solo una formalità poter chiudere facilmente – un calo di energie e un maggior rendimento dell’avversario ha trasformato una domenica di festa in un giorno di riflessione da analizzare con lucidità.

Mercoledì’ 10 maggio inizieranno gli Internazionali d’Italia per i quali hai ricevuto meritatamente una wild card. Se il tabellone sarà equo credo che potrai fare non solo una buona esperienza ma anche risultati performanti.

Dopo Sinner e Musetti abbiamo un altro giocatore, di Sanremo per la precisione, sul quale poter fondare le nostre speranze per la crescita del tennis italiano con l’obiettivo che qualcun altro ti segua in un prossimo futuro. Abbiamo tanti ventenni in rampa di lancio ma non c’è nulla di scontato, poco quello che possiamo prevedere perché gli stop arrivano anche inaspettati.

Benvenuto Matteo Arnaldi nel club dei grandi, siamo contenti per te. Non credo che ci deluderai.