Pat, l’australiano con la bandana

22 Novembre 2023
Sandro Columbaro

Quando Pat Cash il 5 luglio del 1987 vinse sul centrale di Church Road scalò, tra la sorpresa del pubblico e del Royal Box che mai avevano assistito ad uno spettacolo simile, le gradinate per andare ad abbracciare il suo team.

Aveva appena sconfitto Lendl in una finale nella quale non era favorito, anche se erano ben noti “l’allergia” all’erba di Ivan e l’incapacità a rendere vincenti i suoi automatismi del servizio-diritto che funzionavano alla perfezione sulle altre superfici.

Vinse Cash in tre set abbastanza agevolmente perché fu superiore a Ivan al servizio, in risposta e a rete. Insomma in tutte le zone del campo.

Primo set al tie-break, tuttavia dominato più di quanto dica il punteggio di 7-65 perché ebbe molte palle break e set point contro nessuna dell’avversario. Il secondo vide volare l’aussie che vinse per 6-2. Nel terzo sul 5-2 Lendl, grazie all’unico break messo a segno, Ivan subì un parziale di 20 punti a 4 negli ultimi cinque giochi.

In quelle due settimane, molto piovosa la prima, il pirata, così soprannominato perché giocava sempre con una bandana in testa, tirò fuori dalle corde della racchetta il suo miglior tennis che si poggiava su prime e volée quasi sempre definitive. Era rapidissimo, aggressivo e potente: imbattibile.

Nei sette match perse un solo set di nessun valore al terzo turno, ma superò in successione Forget, Wilander e il “vecchio” Connors giocando in modo mirabile.

Fu quello il periodo migliore della sua carriera anche se non riuscì a trionfare nel torneo di casa al quale teneva tantissimo. Nell’ultima edizione dell’Australian Open giocata sull’erba nel gennaio del 1987 perse dopo lotta estrema contro Edberg, nella prima giocata sul cemento un anno dopo a fermarlo 8-6 al quinto fu Wilander che quell’anno sfiorò il Grande Slam.

Mats perse a Wimbledon nei quarti contro Mecir ma fece suoi anche il Roland Garros e Flushing Meadows.

Pat non raggiunse, in parte anche a causa del suo carattere burrascoso, i grandi australiani del passato ma il capitano di Davis Neale Fraser dopo il successo di Wimbledon lo accostò per certe sue caratteristiche tecniche, fisiche e mentali ai grandissimi degli anni ’60.