Conclusa la quarta edizione delle Next Gen Atp Finals. Si sono visti protagonisti di assoluto valore mondiale

14 Novembre 2021
Sandro Columbaro

Sono arrivati in finale i migliori. Ha vinto il più bravo. Come si poteva pensare che Carlos Alcaraz da Murcia, diciott’anni compiuti il 5 maggio, non riuscisse a vincere il torneo Next Gen? Era difficile solo immaginarlo.

Alcaraz negli ultimi mesi è riuscito ad esprimere un livello di gioco molto alto e non solo sulla terra battuta. A Umago quest’estate ha vinto il primo titolo Atp. Quando erano in molti a pensare che lui fosse solo una copia sbiadita di Nadal, Carlos ha stupito il mondo del tennis ottenendo ottimi risultati sul cemento. Il più eclatante è la vittoria a Flushing Meadows al terzo turno contro Tsitsipas ma anche i recenti successi contro Norrie, Berrettini e Sinner ottenuti giocando un tennis sempre in spinta dimostrano che lui è già pronto per battere molti top ten. In questo torneo ha mostrato di essere di una spanna superiore. Non mi stupirei se il prossimo anno giocherà le Atp Finals a Torino.

Ha battuto in finale Sebastian Korda, ottimo servizio e diritto stilisticamente efficace ma anche molto potente. Il figlio di Petr manca ancora di continuità sia nel corso del match che in stagione. Attualmente ha dei cali di concentrazione che non gli permettono di fare quel salto di qualità che il suo indubbio talento gli dovrebbe consentire. Quest’anno ci sono state troppe sconfitte al primo turno. E’ ancora in fase di formazione tecnica e mentale. A passi sicuramente più lenti dello spagnolo arriverà anche lui in alto.

Aspettavamo Lorenzo Musetti. E’ partito malissimo contro Baez, in un match che molti davano per scontato. Attanagliato dalla pressione psicologica non ha saputo liberare il braccio e ha incominciato a prendere confidenza con la partita quando era già quasi terminata. Si è rifatto contro Gaston nel match più spettacolare e lungo del torneo. Korda, nella partita che valeva il passaggio del turno, si è dimostrato di una spanna superiore. Lorenzo dopo lo straordinario match giocato contro Djokovic al Roland Garros ha passato un lungo momento buio. Deve migliorare la posizione in campo e fare molta esperienza. Il suo gioco è particolarmente complesso, ci vuole tempo perché il puzzle si componga definitivamente.

Hugo Gaston ha divertito anche se ha perso tutti gli incontri. Ha dimostrato di avere cambi di ritmo e velocità di spostamento che riescono solo in parte a supplire ad un fisico che non è certo da big server. Dovrà incominciare a confrontarsi, ora che la classifica glielo permette, con i migliori. Vedremo cosa saprà fare quando giocherà fuori dai confini francesi. Non credo comunque che sarà un problema. Il talento è cristallino.

Holger Rune ha la stessa età di Alcaraz anche se ci vorrano almeno due anni per completare il suo bagaglio tecnico. Ha ancora poche variazioni di ritmo e deve migliorare l’aspetto caratteriale. L’età è sicuramente dalla sua parte. Come diciottenne è già molto forte. Non ci dobbiamo far fuorviare dal ragazzo di Murcia. Lui, che è seguito da alcuni anni dall’ex numero 1 mondiale Ferrero, è un caso speciale.

Il ventenne Brandon Nakashima è insieme a Korda e a Brooksby il miglior talento a stelle e strisce con il quale gli americani sperano di rinverdire i fasti del passato che si allontanano sempre di più. Ottimo rovescio, troppi errori di diritto ma anche buone costruzioni d’attacco. Il giocatore farà sentire la sua voce nei prossimi anni. Non so se sarà quella di un tenore.

I due argentini Juan Manuel Cerundolo e Sebastian Baez rappresentano per molti due volti completamente nuovi a questi livelli. Entrambi erano praticamente a digiuno di tornei sul cemento indoor. Il giocatore che ha dimostrato una migliore attitudine è stato Baez perché gioca con i piedi dentro al campo ed è più veloce nella preparazione dei colpi che sono più offensivi di quelli di Cerundolo.  Entrambi, se saranno consigliati bene, incominceranno a giocare sul cemento, anche a discapito inizialmente della classifica, e potranno diventare visto che non sono ancora ventenni dei giocatori universali, prerogativa fondamentale se si vuole diventare dei campioni o almeno degli ottimi giocatori.

Il torneo milanese, nelle tre edizioni precedenti, ha consegnato agli annali Medvedev, Zverev, anche se solo per una esibizione, Tsitsipas, Sinner, Rublev, Hurkacz e tanti altri player che rappresentano già la nuova elite del tennis mondiale. Anche quest’anno ha mantenuto le promesse. Le prossime stagioni ci sveleranno chi meglio avrà saputo interpretare i ruoli da protagonista.