Le next-gen o quasi all’Australian Open 2020

5 Febbraio 2020
Sandro Columbaro

Molte delusioni dai giovani all’Australian Open 2020, bene solo Shascha Zverev che arriva in semifinale.

I risultati deludenti di alcuni giovanissimi di grande speranza fanno capire che per fare bene nei tornei Slam non bastano la freschezza atletica, le capacità tecniche e una buona dose di spavalderia. Nei Major si respira un’aria diversa dagli altri tornei e i giocatori più esperti fanno valere le loro maggiori capacità di ambientamento e di sacrificio che in partite tre su cinque, che spesso vanno ben oltre le tre ore di gioco, possono diventare elementi in grado di fare la differenza.

Tsitsipas mi è sembrato un giocatore diverso rispetto a quello che ha vinto le Finals di Londra. Ovviamente cambiava tutto: location, superficie, importanza dell’evento, lunghezza degli incontri. Proprio un anno fa battendo agli ottavi Federer in Australia ci ha indotti a pensareche avesse già compiuto il grande salto e che fosse in grado di vincere uno Slam in tempi brevi. La realtà è ben diversa. Chi è nel circuito da non più di due anni, anche se ha talento indiscusso, non può pensare di arrivare velocemente alla laurea, senza aver superato prima tutti gli esami.

I tifosi russi che aspettano il successore di Safin speravano di vedere Medvedev o Rublev in semifinale. Non avevano fatto i conti con la bravura di Wawrinka che, dopo aver perso i primi due set con Medvedev, ha ritrovato d’incanto la sua voglia di stupire sciorinando al quinto set un tennis di primissimo livello.

Rublev, che non aveva ancora perso durante l’anno, ha avuto un brusco risveglio. Di Sascha Zverev soffre la personalità. Il suo palleggio a giocare in pressione ogni scambio con poche variazioni sembra fatto apposta per disporre al meglio il tedesco che quando incontra il suo coetaneo si dimentica di sbagliare.

Berrettini non era al meglio. Il quarto di finale con Federer sarebbe stato il miglior inizio di stagione che ci saremmo potuti aspettare. Non c’è stato perché con Sandgren non ha saputo cogliere al quinto set le occasioni che si era creato dopo una partenza ad handicap.
Shapovalov è stato eliminato al primo turno dove ha dimostrato ancora una volta i limiti caratteriali e tattici che finora hanno condizionato i suoi risultati. Ci si aspettava che al primo vero appuntamento della stagione il canadese battesse un colpo. Non erano pochi quelli che puntavano ad un ottavo di finale all’arma bianca contro Federer da far tremare i polsi al giocatore di Basilea.
Una nota di merito deve andare a Sascha Zverev, il meno atteso. Dopo aver giocato una pessima Atp Cup ha avuto l’umiltà di stare molte ore sul campo per ritrovare sensazioni che sembrava aver perso. Lo Zverev che abbiamo visto a Melbourne ci ha fatto ricredere dopo un’annata da dimenticare e fa ben sperare per il futuro. Ha giocato con Wawrinka un quarto di finale di sofferenza e umiltà e con Thiem ha disputato una semifinale alla quale sono mancati alcuni acuti e un po’ di coraggio.

Sascha Zverev semifinalista all'Australian Open 2020

Non posso dimenticare chi è entrato solo l’anno scorso nel circuito milionario.
Mi aspettavo di più da Humbert, recente vincitore del torneo di Auckland, che ha confermato la regola non scritta, ma spesso dettata dal campo, che è difficile ripetersi dopo un successo nel torneo che precede uno Slam. Il player di Metz in un incontro difficile soprattutto dal punto di vista ambientale e contro un giocatore, Millman, che non regala nulla, solo nel terzo set ha saputo macinare il suo gioco spettacolare e spesso incontenibile. L’australiano è stato bravo ad approfittare di ogni sua piccola incertezza.
Ancora peggio il suo connazionale e quasi coetaneo Moutet, dominato da un ritrovato Cilic che ha fatto prevalere il suo gioco potente ai tocchi spesso teatrali ma poco efficaci del player di Neuilly-sur-Seine.

Aliassime non è ancora il giocatore della scorsa primavera quando vinceva convincendo. Non poteva, pronti – via, trovare di peggio. Rodato dalle qualificazioni e in giornata di buona lena, Gulbis ha giocato la migliore partita degli ultimi dodici mesi nei quali sembrava aver perso la voglia di lottare, mantenendo intatta la classe cristallina.
Sinner dopo aver battuto un australiano signor nessuno che aveva rischiato molto con Mager nelle qualificazioni ha incontrato in una giornata con vento che soffiava a raffiche improvvise Fucsovics, il giustiziere di Shapovalov. Se non dicessi che mi spettavo di più direi una bugia, ma anche per lui, l’ultimo e il più giovane dei nuovi arrivati, vale lo stesso discorso fatto per gli altri giocatori next-gen. Bisogna anche saper perdere, traendo però i frutti migliori dalle sconfitte. I cambi di ritmo e la capacità di capire ancor meglio i momenti diversi del match arriveranno solamente dopo tante battaglie. Non credo che l’attesa sarà lunga perché la sua capacità di apprendimento è straordinaria.
Kecmanovic, altro player sul quale il mondo del tennis fa molto affidamento per un rinnovamento generazionale, ha perso in modo netto da Seppi, uno dei giocatori più longevi del circuito. Sono sicuro che anche lui saprà trarre una saggia lezione.

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