Nello Slam australiano i tennisti italiani non hanno brillato. Solo Sinner è approdato al terzo turno

1 Febbraio 2023
Sandro Columbaro

Dei sei player presenti nel tabellone principale, oltre a Sinner giunto al terzo turno solo Sonego è riuscito a vincere un match.

Speravamo in una migliore prestazione dei giocatori italiani al primo Slam dell’anno. Eravamo presenti con sei player, cinque ammessi direttamente e un qualificato, ma a parte Sinner e parzialmente Sonego, i risultati sono da considerare una piccola caporetto tennistica sulla quale dobbiamo fare alcune considerazioni. Altrimenti saremmo tacciati di omissione.

E’ giusto tuttavia fare alcune premesse. L’Australian Open è un torneo nel quale le incognite sono sempre molte, in particolare perché è il primo Slam della stagione e si gioca in condizioni climatiche alle quali noi europei non siamo completamente abituati.

A Melbourne ci sono le ore centrali della giornata nelle quali la temperatura è così alta che è necessario fermarsi per non compromettere la salute dei giocatori e altre, in particolare verso sera, soprattutto quando le partite finiscono tardi, in cui i gradi si abbassano in modo abbastanza repentino. Quasi due stagioni nella stessa giornata! Vale per tutti ovviamente, ma non è mai facile adattarsi. Sono molti quelli che sperano in uno spostamento in avanti della data d’inizio dello Slam australiano ma non credo che avverrà mai perché gli organizzatori sono contrarissimi.

E’ un torneo nel quale le sorprese non mancano a dimostrazione che non è facile farsi trovare in forma – ovviamente escludendo Djokovic che ha vinto da quelle parti nove volte e non è lontano dalla decima – nei primi giorni dell’anno con una stagione molto lunga da affrontare. Ci sono player che volutamente preferiscono arrivare al massimo delle proprie prestazioni a partire dalla primavera quando si gioca la parte centrale della stagione e gli appuntamenti più importanti sono ravvicinati.

Queste considerazioni generali, che quindi valgono per quasi tutti, non giustificano completamente le negative prestazioni dei tennisti italiani. Nell’edizione 2022 Berrettini arrivò in semifinale, Sinner nei quarti, Sonego al terzo turno. Erano presenti, a onor del vero, anche Caruso come lucky loser, Fognini, Seppi, Musetti, Travaglia, Cecchinato, Mager che persero al primo turno e in modo netto.

Proviamo a capire quello che è successo quest’anno.

Il migliore, come ho detto, è stato senza dubbio Jannik Sinner (15) che ha regolato con estrema facilità Edmund e Etcheverry, ha reagito con autorevolezza con Fucsovics lasciando al giocatore magiaro solo tre game negli ultimi tre set, ma non è riuscito nella stessa impresa con Tsitsipas con il quale è tornato in equilibrio dopo aver perso i primi due set ma nel quinto il greco ha alzato i giri del motore troppo velocemente e l’altoatesino non è riuscito a stargli dietro.

L’anno scorso Jannik fu sconfitto da Stefanos nei quarti di finale ma uscì molto scontento dal campo perché sperava di fare meglio. Fu dominato dal greco e questo secondo molti costò il posto a Piatti che lo aveva condotto per mano fino alla top ten. Intanto Jannik è uscito dai primissimi nella classifica mondiale perché ha avuto una stagione nella quale molti infortuni di varia natura lo hanno fatto giocare poco e spesso non in buone condizioni.

Se ci proiettiamo nel prossimo futuro dobbiamo sperare che il suo gioco diventi più completo, serva molte più prime e soprattutto la fase di transizione fondo campo-rete avvenga con sempre maggiore naturalezza in modo di sfruttare al meglio il gioco di pressione e le accelerazioni che fanno parte del suo Dna tennistico. Il cantiere è aperto ma gli avversari competitivi, che stanno aumentando, non aspettano.

L’unico italiano a superare un turno oltre all’altoatesino è stato Lorenzo Sonego. Con il polacco Hurkacz è probabile che con un poco di convinzione e determinazione di più avrebbe potuto vincere in tre set senza aspettare il ritorno di Hubert che negli ultimi due set ha commesso molti meno errori gratuiti e ha servito meglio.

Lorenzo, lo dico ogni volta che parlo di lui, ha troppi cali di concentrazione anche se dal punto di vista tecnico è diventato più offensivo, condizione fondamentale se vuole rimanere un giocatore competitivo ai più alti livelli, non solo sulla terra battuta.

Da Matteo Berrettini (13) mi aspettavo un torneo di ben altro livello. E’ vero che ha perso da Murray che al primo turno riesce sempre a dare il massimo di sé, date le condizioni attuali, e che soprattutto sta forse ancora sognando sotto forma di incubo quel rovescio facile che ha sbagliato quando era a match point, ma i primi due set del romano sono stati troppo mal giocati per avere delle giustificazioni plausibili.

Matteo ancora più di Jannik viene da una stagione tormentata. Il problema principale riguarda la condizione fisica che lo ha condizionato troppo. Il suo gioco ha bisogno di continuità in termini di sedute di allenamento e quindi di numero di tornei. Solo in questo modo riesce a rendere secondo il potenziale che, quando è in forma, è alto.

Lorenzo Musetti (17) aveva dei problemi alla spalla che hanno condizionato la sua prestazione contro Harris giocata sottotono. Primi due set da dimenticare, parziale recupero e sconfitta al super tie-break del quinto. Non mi è piaciuto il modo in cui è arrivata la sconfitta perché la sua posizione in campo era troppo lontana dalla linea di fondo e i colpi risultavano quindi poco incisivi e prevedibili. Forse c’è da rivedere qualcosa anche in termini di atteggiamento perché quando le cose non vanno come vorrebbe sembra perdersi: cala la concentrazione, si innervosisce e si distrae.

Fabio Fognini non è mai stato in partita con Kokkinakis. Cinque game con l’australiano che non è Kyrgios sono troppo pochi. E’ apparso spento mentalmente prima ancora che fisicamente. Quasi nulla per un giocatore che ha un talento come il suo. Sappiamo che è arrivato a fine carriera, è lui il primo a dirlo, ma speriamo che i suoi ultimi tornei non siano solo sofferenza e sconfitte. Non vogliamo ricordarlo così.

Dei sedici giocatori presenti alle qualificazioni è passato il solo Mattia Bellucci. Non potevamo chiedere di più ad un giocatore che dodici mesi fa giocava Futures e solo negli ultimi mesi si è messo in luce nei tornei Challenger. Il tabellone principale è stato per lui già una vittoria e sarà uno stimolo per impegnarsi ancora di più per diventare un professionista della racchetta di buon livello. Aspettiamo che già dal Roland Garros altri giovani del tennis italiano si aggiungano al player di Busto Arsizio.

Già inserito nelle News il 26 gennaio 2023