Agosto 2021: Alexander Zverev

2 Settembre 2021
Sandro Columbaro

ll tedesco di Amburgo vince la medaglia d’oro alle Olimpiadi e il quarto Masters 1000 in carriera.

Per Alexander Zverev è un mese di agosto da ricordare quello del 2021. Il primo giorno il tedesco battendo in finale Karen Khachanov, il moscovita che fino a tre anni fa sembrava la migliore promessa russa quando ancora Rublev ma soprattutto Medvedev non riuscivano ad ottenere risultati importanti, ha vinto le Olimpiadi di Tokyo.

Sascha Zverev, figlio di tennisti russi, aveva promesso alla Germania, il Paese dove è nato, che le avrebbe regalato una medaglia magari d’oro ai Giochi Olimpici.

Quando tuttavia al torneo si iscrive Novak Djokovic volato in Giappone con intenzioni molto serie – vincere per la prima volta le Olimpiadi e chiudere la stagione con il successo a Flushing Meadows giusto per aggiudicarsi, il primo nella storia in campo maschile il Golden Slam – la faccenda si complica notevolmente, le promesse rischiano di rimanere vane. Sascha ne era perfettamente consapevole.

La prima ora di gioco in semifinale tra Sascha e Nole ha messo in scena la solita storia con il tedesco che provava a rincorrere un atleta scattato dai blocchi di partenza come un centometrista irraggiungibile.

In vantaggio di un set e di un break il gioco del serbo improvvisamente si è inceppato, perdeva lucidità e finiva dominato da quello del tedesco. Zverev sembrava il ventenne che aveva vinto gli Internazionali d’Italia e l’anno dopo le Atp Finals di Londra proprio battendo all’ultimo atto Nole. Sconfitto il cannibale, la promessa fatta prima di partire per Tokyo poteva, da sogno, diventare realtà.

Contro Karen, Sascha ha fatto valere la legge del migliore. Doppio break nel primo set, al terzo e al nono gioco, e un assolo del giocatore di Amburgo che ha lasciato un solo game nel secondo quando il punteggio era ormai definito.

Dal punto di vista tecnico ha giocato un gran diritto a chiudere, ha migliorato la seconda, è parso più sicuro a rete e si è mosso con molta sicurezza in campo dimostrando una grande velocità di piedi e ottimo timing.

Vinto le Olimpiadi il player di Amburgo ha fatto il bis aggiudicandosi il Masters 1000 di Cincinnati. Anche in questo torneo giocando molto bene. Ha battuto sempre in due set e abbastanza facilmente Harris, Pella e Ruud.

In semifinale ha sconfitto Tsitsipas in un match molto incerto. Dopo aver dominato il primo set, nel secondo in pochi minuti la partita ha cambiato volto. Zverev junior si è trovato nel terzo set ad un passo dal baratro. Ha dovuto recuperare due break grazie anche alla complicità del greco che ha giocato male la parte finale del set, compreso il tie-break.

Nell’ultimo atto contro Rublev, Sascha ha giocato preciso e sicuro da fondo campo. Ha mostrato ottime prime e buone costruzioni da fondo. Sia nel primo che nel secondo set il copione non è cambiato. Andrej forse ha pagato anche lo stress di giocare una finale importante e come a Montecarlo davanti a Tsitsipas non ha retto il confronto. Bloccato anche psicologicamente perché meno esperto dell’avversario non è riuscito a giocare i suoi soliti colpi, a far valere il diritto che quest’anno gli ha portato moltissime vittorie.

Il tedesco è un bell’enigma perché ogni volta che ne tesso le lodi finisco quasi sempre per illudermi che i suoi problemi tecnici e di autostima siano dietro le spalle. E’ appena iniziato a New York il quarto Slam dell’anno dove difende una finale già quasi vinta l’anno scorso contro Thiem.

Su Sascha si è già scritto e detto moltissimo, da quando sembrava il predestinato a succedere ai big four a quando si diceva che la sua carriera sarebbe terminata senza raggiungere i risultati che gli addetti ai lavori gli pronosticavano.

Rimane il fatto che tra i giocatori della sua generazione finora nessuno ha fatto meglio di lui: 1 Atp Finals, 4 Masters 1000, finale a Flushing Meadows e medaglia d’oro alle Olimpiadi.

Deve dimostrare di saper vincere i tornei  dello Slam e soprattutto perdere quel carattere di umoralità che ancora lo caratterizza. Il tempo è dalla sua parte.