Febbraio 2021: Novak Djokovic

14 Marzo 2021
Sandro Columbaro

Più forte del dolore e degli avversari, Nole vince il nono Slam a Melbourne e si avvicina a Roger e Rafa per numero di titoli Major.

Nel gennaio dello scorso anno ho lanciato la rubrica dedicata al giocatore del mese parlando di Novak Djokovic. Non posso che ricominciarla in questo 2021 scrivendo ancora di Nole con riferimento a febbraio visto che nel primo mese si è giocato troppo poco.

L’anno scorso vinse l’ottavo titolo dell’Australian Open in una finale avvincente nella quale dovette compiere un recupero complicato nel quarto set contro un Thiem in completa trance agonistica, per chiudere poi al quinto dopo strenua battaglia.

Prima del match con Dominic ero convinto, ricordando gli otto game lasciati da Nole a Rafa nella finale del 2019, che la partita si sarebbe svolta su binari di normale consuetudine per il serbo abituatissimo al clima molto caldo dell’estate australe e al Centrale Rod Laver del Melbourne Park dove, una volta giunto all’ultimo atto, non aveva mai perso.

Di contro l’austriaco era alla terza finale Slam, la prima sul cemento, superfice che agli inizi della carriera gli era quasi ostile perché il suo gioco ha bisogno di trovare, nelle aperture di braccio molto ampie, tempo per dare profondità e potenza ai colpi. Coach Massù ha saputo comporre un puzzle quasi perfetto mettendolo in grado di esprimere il suo potenziale come poi ha dimostrato in modo dirompente lo scorso autunno a Flushing Meadows.

In questa edizione avvertito che anche Novak è scalfibile e conoscendo le condizioni fisiche non buone che stava sopportando dal match giocato con Fritz, nel cui post partita aveva dichiarato che si sarebbe ritirato se non si fosse trattato di uno Slam, avevo immaginato che nella finale contro Medvedev non più abituato a perdere – successi a Parigi-Bercy, Atp Finals di Londra, Atp Cup – le difficoltà che avrebbe incontrato potessero essere quasi insormontabili.

Come spesso mi succede non avevo capito. Mi consola il fatto che insieme a me a sbagliarsi erano stati in molti visto che tanti illustri sapienti in materia tennistica la pensavano come il sottoscritto. Ancora una volta Novak ci ha sorpresi non tanto per la vittoria, ma per il modo in cui è arrivata. Tre set vinti senza concedere nulla al moscovita: 7-5 6-2 6-2 senza appelli. Daniil non ha avuto mai opportunità vere per poter credere almeno per qualche game nella rimonta, figuriamoci nel successo.

Nole ha giocato una partita sapiente, preparata perfettamente dal punto di vista tattico, che ci ha fatto credere che anche la condizione fisica, tanto ha giocato bene, fosse buona. Non era così. Lo strappo agli addominali lo sta costringendo ad un riposo forzato che gli farà saltare alcuni degli eventi che aveva previsto di giocare prima della primavera europea.

Forse lo ritroveremo solo a Montecarlo, la sua presenza a Miami non è stata confermata. Quest’anno privilegerà il rosso perché vorrà provare a vendicarsi della brutta sconfitta subita contro Nadal, quasi senza giocare, nella finale del Roland Garros. E’ ovvio che a lui non interessa vendicarsi di alcunché perché i suoi progetti vanno oltre. Superare fra qualche anno Roger e Rafa nei titoli Major e provare a vincere il Grande Slam. Per riuscire in questa impresa epica deve necessariamente tornare a conquistare la Coppa dei Moschettieri.

L’impresa sembra quasi al di là del limite considerando il valore del maiorchino sul rosso e la lenta ma continua ascesa delle ex net-gen che prima poi assaporeranno la vittoria che porta dritto nella storia del nostro sport.  Sembrava difficilissimo, dieci anni fa, inserirsi nella sfida Federer – Nadal ma per il bambino che aveva nel destino il tennis, che si allenava scappando dalle bombe  della guerra e che da ragazzo ha girovagato in molti luoghi per cercare di dimenticare e diventare un campione, credo che il termine impossibile non sia contemplato nel suo vocabolario.

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