Ottobre 2022: Felix Auger Aliassime

7 Novembre 2022
Sandro Columbaro

E’ scoccata l’ora del ventiduenne canadese.

Il 2022 è stato sicuramente l’anno che ha eliminato ogni dubbio sulle possibilità per Felix Auger-Aliassime di non essere un vincente, visto che erano già in molti a non credere più in lui dopo le otto sconfitte consecutive subite dal torneo di Rio il 24 febbraio del 2019 a quello di Stoccarda il 13 giugno del 2021.

Il giovanissimo Felix è nato a Montreal l’8 agosto 2000 – diciannove anni dopo Federer – da papà Sam, togolese di nascita ed emigrato in Canada per trovare una vita migliore, e da mamma Marie di professione insegnante di musica. Il padre nel continente americano si era portato in dote una grande passione per il nostro sport perché nella sua terra natia non c’erano le condizioni, le possibilità per essere un campione. 

Il merito è stato quello di aver trasmesso il suo grande amore per il tennis alla figlia Malika, di due anni più grande di Felix, e soprattutto al giovanissimo di casa. Quando la famiglia si trasferì a Québec City dove papà Sam diventò allenatore al Club Avantage, i due piccoli si dedicavano al loro sport preferito appena terminati i compiti di scuola, qualche volta col papà che insegnò loro i primi rudimenti, altre volte con i coetanei, ma più spesso da soli quando venivano lasciati liberi di sfogare tutta la loro gioia di colpire la palla in assoluta libertà.

Molti dei nostri tratti caratteriali ci fanno distinguere fin da bambini. Così era per Felix che già a 7 anni si mostrava in missione, come dichiarò un maestro che lo vide giocare come fosse un piccolo tennista. Aveva già lo spirito del giovane player che sapeva cosa avrebbe fatto da grande, come dimostrò quando a 14 anni si trasferì Al National Tennis Centre di Tennis Canada.

I passi del ragazzino originario del Togo furono veloci e da predestinato: primo tennista nato nel nuovo millennio a entrare nel ranking Atp, a 14 anni, 11 mesi e 14 giorni divenne il più giovane player della storia ad aver vinto un incontro in un torneo Challenger. Passarono meno di due anni che sulla terra rossa di Lione vinse il primo titolo a questo livello.

Ormai gli organizzatori dei tornei Atp incominciarono a contenderselo offrendogli wild card che Felix dimostrò di meritare fin dalle prime partite. La sua carriera nel Circuito maggiore incominciò il 13 febbraio del 2018 a Rotterdam dove venne sconfitto per un soffio dal serbo Krajinovic. Dimostrò immediatamente un buon servizio, grande coordinazione, agilità, velocità, potenza nei colpi da fondo e ottime chiusure, soprattutto di diritto incrociato.

Il dado era tratto ma per raggiungere continuità nei risultati c’è voluto tempo. E’ passato attraverso cocenti delusioni, sconfitte premature, finali perse, aspettative che non si concretizzavano mai in pieno.

Dopo otto finali consecutive perse, quasi tutte con giocatori di alto livello, giusto lo stesso giorno di quattro anni dopo la prima partita Atp arrivò a Rotterdam, nel torneo che per primo gli aveva dato fiducia, la vittoria scacciapensieri. Per il ragazzo nato a Montreal fu una gioia assoluta e liberatoria che lo ha ripagato di tantissime ore di duro allenamento, di moltissimi sacrifici.

Felix ha sempre dimostrato forza di volontà e carattere anche se certe volte è mancato nei momenti decisivi. Con Toni Nadal sta lavorando per diventare sempre più forte dal punto di vista mentale, sulle motivazioni, sulla resilienza. L’esperienza e la saggezza dello zio di Rafa danno a Felix fiducia che significa continuità di risultati che è sempre stato il suo tallone d’achille.

Il mese di ottobre è stato per il ventiduenne canadese quello della rivincita nei confronti di chi incominciava a storcere il naso. Le vittorie consecutive di Firenze il 16, di Anversa il 23, di Basilea il 30, perdendo solo un set a torneo, hanno evidenziato una padronanza di mezzi tecnici, spessore agonistico e una mentalità focalizzata all’obiettivo dimostrando che il salto che lo dovrebbe portare ad assaporare gioie sempre più importanti non dovrebbe essere lontano.

Nei tornei Slam che sono al limite dei cinque set e dove il livello di concentrazione deve rimanere alto per ore non ha ancora convinto – ha fatto solo la semifinale a Flushing Meadows 2021 – ma ormai penso che il tempo sia maturo anche per lui. Difficile dire quando arriverà il giorno della consacrazione ma credo che con Alcaraz, Sinner e Rune nei prossimi anni si contenderà molte finali Major, anche se quando si è giovani si vorrebbe fare tutto molto, certe volte troppo, velocemente. Non è detto tuttavia che sia sempre un bene.