La prima settimana del Roland Garros 2020

3 Ottobre 2020
Sandro Columbaro

Tra sorprese e conferme  si dimostra un torneo molto difficile anche a causa delle condizioni climatiche proibitive.

Quando chiedevano a Rod Laver il suo parere sulla terra rossa usava dire “Vincono, sulla terra, solo quei giocatori che sanno controllare la palla, e l’impulso a colpirla troppo forte. Bisogna saper giocare colpi molli, aprire angoli diversi, rinviare l’attacco e, quando si attacca, cercare un approccio profondo. Ci vuole pazienza. Moltissima pazienza. A volte è meglio portarsi dietro il lunch.”
Il due volte vincitore del Grande Slam, privilegio che non toccherà mai più a nessuno nella storia del nostro sport, aveva ragione. Chissà cosa direbbe se stesse assistendo a questa edizione del Roland Garros visto che pioggia a intermittenza, vento, umidità e freddo hanno reso molto più difficile del solito la prima settimana.
Questo torneo è da sempre considerato il più faticoso dello Slam. Giocare sul rosso ogni quarantotto ore partite al limite dei cinque set presuppone preparazione atletica e attitudine. La prima caratteristica è oramai patrimonio di tutti i professionisti, la seconda s’insegna sul campo ai ragazzi. I player sono sempre più abituati a giocare sul cemento e nei palazzetti dello sport dove si tende a chiudere in pochissimi scambi. Sulla terra è necessario invece variare traiettorie, saper scivolare, giocare scambi che spesso sono molto dispendiosi, ma anche palle in top, in slice o corte che muoiono a fil di rete. Capacità che bisogna imparare fin da giovane. Rod, giocatore da erba, con molto impegno ci riuscì.

Qualcuno poteva immaginare che le prime tre teste di serie venissero eliminate durante la prima settimana?
Djokovic e Nadal, da anni, sono accomunati da un destino simile. I loro i primi sette giorni servono per preparare al meglio le partite che contano, quelle nelle quali quasi immancabilmente si giocano il titolo.
Nole, facendo girare al minimo i giri del suo motore, ha lasciato in ogni incontro sempre cinque game: a Ymer, Berankis e Galan.
Rafa ha fatto un percorso non molto diverso: Gerasimov, McDonald e Travaglia non sono mai stati in grado di impensierire il maiorchino che ha conservato, senza entusiasmare, il controllo dei match con assoluta tranquillità.
Il marchigiano si è ampiamente meritato l’incontro-regalo con Rafa giocato sul Centrale. La svolta per il player di Ascoli, a dimostrazione dei miglioramenti visti a Roma dove aveva sconfitto Fritz e Coric prima di cedere in due tie-break a Berrettini, c’è stata al secondo turno quando ha sconfitto Nishikori 6-2 al quinto set, dimostrando un cambio di passo tecnico e di convinzione che può far quasi sognare il suo staff. Con Nadal il divario era troppo ampio per sperare in qualcosa di più di una dignitosa difesa, che tuttavia c’è stata almeno nel secondo set perso per 6-4.

Quando ho letto il tabellone ho pensato al match tra la n°3 Thiem e la n°28 Ruud come il più interessante della prima settimana. A rendere incerto l’esito dell’incontro c’erano i risultati del norvegese, non solo la semifinale di Roma e Amburgo ma anche la vittoria a Buenos Aires e la finale a Santiago a febbraio. Per contro l’austriaco dopo la finale del Roland Garros, il primo successo in carriera a Kitzbuhel dello scorso anno e tre partite a Rio poco attendibili giocate quest’anno, non aveva più messo piede sul rosso.
Mi sono sbagliato a credere che il norvegese potesse essere uno scoglio difficile. Casper è partito molto bene nel primo set ma col passare dei game, alcuni molto lunghi e ben giocati, le sue certezze si sono sgretolate contro la maggiore sicurezza sulla diagonale del rovescio e la migliore penetrazione con lo sventaglio di diritto di Dominic che ha chiuso il match in completa sicurezza.
L’austriaco fino a quel momento aveva passeggiato sia contro Cilic al primo turno – che brutto vedere un ex vincitore di Slam aver perso fiducia e carica agonistica – che contro Sock, lo statunitense che dopo la vittoria nel 2017 di Parigi-Bercy ha inanellato una serie di sconfitte al primo turno che lo avevano portato addirittura fuori dalla classifica mondiale. Chi vorrà vincere dovrà per forza fare i conti con the Dominator.

Delle prime quattro teste di serie la n°4 Medvedev ha mancato clamorosamente l’appuntamento della seconda settimana.
Dopo la finale persa lo scorso anno a Flushing Meadows contro Nadal per un soffio, molti vedevano il moscovita come favorito per il primo appuntamento Slam del 2020. L’estate australiana non gli ha portato fortuna e se si esclude la semifinale degli U.S. Open, nei pochi match disputati quest’anno è apparso quasi sempre fuori forma e nervoso, un altro player rispetto al 2019. Lo scivolone contro Fucsovics al primo turno lo conferma. La terra rossa, superficie che non ama, il freddo e l’umidità non bastano a giustificare la pessima prestazione.

Come prevedibile non sono mancate le sorprese. Sono giunti agli ottavi la wild card Hugo Gaston oltre ai qualificati Sebastian Korda e  Daniel Altmaier.
Gaston, vent’anni compiuti il 26 settembre e ultimo player francese rimasto in gara nella seconda settimana – erano in 18 – l’ho visto giocare per la prima volta in questa occasione. Le sue esperienze si limitavano a buone prestazioni nel mondo juniores, anche in doppio dove vinse nel 2018 l’Australian Open, e ad alcuni successi e finali Futures sia in singolo che in coppia. Nel mese di agosto ha fatto, sempre in doppio, le finali di Todi e Trieste.
A Parigi dopo aver battuto un suo connazionale anche lui wild card, ha sconfitto Nishioka e compiuto il suo capolavoro annichilendo al quinto set un esterrefatto quanto affaticato Wawrinka, nonostante una lunga interruzione per pioggia.
Ad essere sincero non mi aspettavo la resa di Stan – nessun game conquistato all’ultimo set – che quando sente odore di Slam è capace match dopo match, come tutti i campioni, di alzare il suo livello di gioco. Aveva lasciato sei game al povero Murray e aveva fatto correre Koepfer da una parte all’altra del campo con le sue manate da fondo. Forse i suoi sogni di gloria – rivincere uno Slam, obiettivo al quale ha sempre creduto – finiscono con questa sconfitta.

hugo-gaston-roland-garros

Sebastian Korda che tanto assomiglia fisicamente e tecnicamente a papà Petr sembra avere le stimmate del ragazzo nato per giocare a tennis. Dovrà chiedere al suo tennis, i successi a Parigi incominciano a dimostrarlo, non solo vincenti e ace, ma anche tattica e sagacia per capire quale deve essere la migliore strategia da adottare nelle varie fasi della partita. Dopo una fugace apparizione agli ultimi U.S. Open, aver fatto bene al Roland Garros, dove suo padre arrivò in finale nel 1992, fa pensare che sia sulla buona strada.
Passate le qualificazioni non solo ha battuto Seppi al primo turno e il terraiolo spagnolo Pedro Martinez al terzo, ma soprattutto ha dominato l’aceman Isner che per tutti i bombardieri statunitensi è un vero punto di riferimento. Lo ha sconfitto con le sue stesse armi dimostrando che quindici primavere di differenza finiscono per pesare.

Il ventiduenne tedesco Altmaier, l’altra sorpresa che per noi rappresenta un dispiacere inaspettato, ha perso in sei partite, tra qualificazioni e tabellone principale, solo un set.
Professionista da alcuni anni dopo aver vinto diversi Future è passato di categoria giocando nelle ultime due stagioni soprattutto Challenger. Nella Campagna d’Italia di quest’estate – Todi, Trieste, Cordenons – ha fatto bene solo nell’ultimo torneo dove ha perso in semifinale da Alcarez Garfia, qualcosa di più di una promessa mondiale del tennis.
Evidentemente il tour estivo deve averlo rodato molto bene visto che al Roland Garros ha giocato come non mai in carriera. Dopo aver sconfitto Feliciano Lopez e inaspettatamente Struff nel derby teutonico, ha continuato la sua corsa sconfiggendo il numero 7 del seeding Berrettini.
Matteo non è quello che ci fece sognare lo scorso autunno quando arrivò, grazie a delle prestazioni meravigliose – in particolare la semifinale agli U.S. Open ma non solo – alle Finals di Londra. Ha giocato bene con Pospisil, che vede il rosso dei campi da tennis come fa un toro con il drappo, e benino con Harris anche lui poco avvezzo a questa superficie, ma si è fatto dominare, dispiace dirlo, da Altmaier che ha infierito in ogni direzione contro un giocatore che potrà ritrovarsi sul veloce indoor negli ultimi tornei della stagione con l’obiettivo di raggiungere la finale del Masters per la seconda volta consecutiva. Sarebbe un record per un giocatore italiano, ma non sarà facile. L’avversario più pericoloso? Secondo me Rublev.

Rublev, n° 13 del tabellone, vincitore ad Amburgo la scorsa domenica sta facendo a pieno il suo dovere – è il player maggiormente in ascesa in questo 2020 –  ma ha rischiato martedì un brutto risveglio. Ha recuperato al primo turno quando si trovava due set sotto contro Quarry che è andato a servire per il match. Con Davidovich Fokina, con il quale ha perso il controllo della partita solo nel terzo set e con Anderson che ha mostrato sprazzi di tennis molto belli come quando era in piena salute, non ha mai rischiato l’esito finale dell’incontro.

Anche la n°5 Tsitsipas la stava combinando bella sempre al primo turno di martedì, come se non gli fosse bastato quello che aveva fatto a New York. Il giocatore di Atene, che ad Amburgo è arrivato in finale, si è ritrovato ad un passo dal baratro dopo aver perso i primi due set contro Munar che è ormai solo una ex promessa spagnola. Dal terzo la musica è cambiata e Stefanos ha preso in mano le redini della partita contro un giocatore che per talento e tecnica gli è inferiore di diverse spanne. Nel secondo incontro ha lasciato solo sette game a Cuevas, grandi top che negli anni hanno perso potenza e velocità. Al terzo turno ha dominato Bedene fino a quando lo sloveno ha lasciato il campo per problemi alla caviglia.

Probabilmente i due ex next-gen avranno capito che quando si hanno ambizioni di alto livello i tornei dello Slam vanno preparati adeguatamente: nessun appuntamento ufficiale la settimana precedente, ma solo preparazione specifica per presentarsi al meglio. Per questa edizione del Roland Garros dove le condizioni di gioco sono estreme questo discorso assume ancora un valore maggiore. Thiem e anche Zverev erano soliti fare questo errore. Ve li sareste immaginati Djokovic e Nadal la scorsa settimana ad Amburgo?

Ogni volta che parlo e scrivo di Sascha Zverev non so mai che registro utilizzare perché ho paura di sbagliare. E’ giusto ricordare che non giocava sulla terra da tempo immemorabile, nessun match ufficiale dal Roland Garros dello scorso anno, e che agli U.S. Open di meno di un mese fa ha perso la finale finendo in lacrime per l’emozione ma anche per la grande occasione persa.
In questo torneo dopo aver dominato Novak al secondo turno, contro Herbert ha dovuto faticare moltissimo prima di uscire dalle sabbie mobili nelle quali era finito. Il francese ha molto da recriminare perché dopo aver vinto nettamente il primo set si è trovato in vantaggio sia nel secondo che nel terzo. Sascha ha chiuso 6-4 al quinto dopo essere stato in vantaggio per 3-0.
Viste le premesse speravo nella pennellata d’artista di Cecchinato. Non c’è stata, ma nelle ultime due frazioni di gioco Marco ha impegnato il tedesco più di quanto dica il punteggio.
Questo Roland Garros ha dimostrato che Cecchinato è tornato sui livelli di gioco che gli competono, la cura Sartori sta dando buoni risultati. Il terzo turno e le buone prestazioni al Foro ne sono la conferma.

Schwartzman ha dimostrato che la terra battuta è la superficie preferita e che il suo stato attuale di forma, dopo la finale al Foro, si conferma ottimo. Ha lasciato solo quattro game a Kecmanovic, pochi di più a Giustino, comunque stremato dopo l’epica battaglia durata due giorni contro Moutet – 34 game giocati al quinto set – e dodici a Gombos che nel primo set ha cercato di fare partita pari.

La gerarchia del tennis spagnolo, in attesa di Alcarez Garfia che deve ancora crescere e dispensando da questo giochetto Nadal che è logicamente un fuori quota, sta cambiando. Eravamo abituati negli ultimi anni, soprattutto dopo la semifinale di Wimbledon 2018 giocata contro Djokovic, a considerare Bautista Agut come numero 2 di Spagna.
Carreño n°17 del seeding, dopo la semifinale giocata agli U. S. Open che tuttavia difficilmente avrebbe fatto se Djokovic non avesse avuto il famoso attimo di follia  e in particolare dopo la vittoria al terzo turno contro la n°10 Bautista in una partita nella quale si è concesso solo un terzo set di pausa ma che ha dominato dimostrando una maggiore varietà di schemi e di colpi, è di fatto il numero 2 di Spagna. A conferma del suo attuale stato di forma i pochi game lasciati a Millman e Pella, entrambi buoni terraioli, e sempre capaci di dare il massimo delle loro possibilità.

Tra Khachanov n°15 del seeding e Garin n°20 credevo favorito il cileno che viene da risultati migliori del moscovita. Il punteggio abbastanza netto a favore di Karen – a Cristian solo il secondo set – mi fa dire che negli incontri di tennis, ma non solo, prevedere i risultati è molto difficile. Forse Garin, che ha subìto la potenza dei colpi da fondo del suo avversario, ha pagato una certa stanchezza data dal maggior numero di partite giocate a Roma e ad Amburgo. Il moscovita aveva perso solo un tie-break nei due match giocati in precedenza.

La prossima settimana sono contento di vedere ancora in campo Dimitrov. Avrebbe dovuto incontrare al terzo turno Shapovalov che invece si è fatto sorprendere dal terraiolo Carballes Baena dimostrando che la strada per diventare vincente in modo continuo è ancora abbastanza lunga.
Grigor ha avuto vita facile contro Barrere, Martin e il giustiziere del canadese che si è ritirato quando era sotto di due set.

Anche nel tennis esiste la prova del nove: dopo una grande vittoria bisogna confermarsi. Fucsovics l’ha fatto. Dopo l’inaspettato successo contro Medvedev in quattro set, il player ungherese ha sconfitto in tre sia Ramos Vinolas che Monteiro.

Ci sono anche due italiani tra gli eletti arrivati agli ottavi di finale.
Sonego giocherà per la prima volta nella seconda settimana di uno Slam. Sinceramente ci speravo ma non me l’aspettavo se penso ai suoi pochi successi nei match Atp degli ultimi quindici mesi. Il primo turno vinto soffrendo molto più del dovuto contro Emilio Gomez, figlio di Andres che proprio trent’anni fa alzava la Coppa dei Moschettieri, non mi faceva sperare in un suo exploit. Era riuscito, tuttavia, a migliorare il suo livello di gioco contro Bublik che aveva sconfitto al primo turno Monfils.
L’incontro vinto contro Fritz nei sedicesimi è stato un capolavoro di carattere e volontà – basti pensare al tie-break durato oltre trenta minuti, 18-16 il punteggio, dove si sono alternati match point per Lorenzo a punti da brivido che potevano portare il californiano al quarto set – ma anche di straordinaria capacità tecnica e agonistica: moltissimi servizi vincenti, sberle di diritto con le quali chiudeva da ogni posizione del campo, un rovescio finalmente competitivo con il quale non solo scambiava profondissimo ma riusciva persino a chiudere da fondo. Ha usato le stesse armi del suo avversario in un match all’arma bianca, giocato molto bene da entrambi.

Sonego-roland-garros

Sinner è un giocatore da campi veloci, meglio ancora se indoor. Gli ottavi del Roland Garros possono essere in parte considerati una sorpresa. E’ stato tuttavia bravo a costruirla domenica mattina  sconfiggendo Goffin per 7-5 6-0 6-3 nel match che ha aperto il torneo sul Philippe Chatrier. Il player belga ha giocato quasi alla pari solo nel primo set vinto dall’altoatesino per 7-5, per poi cedere quasi di schianto nel proseguo dell‘incontro.
Dopo il successo netto contro Goffin nemmeno il più pessimista tra noi poteva pensare che l’altoatesino avrebbe incontrato qualche difficoltà a sconfiggere prima Bonzi, oltre la duecentesima posizione mondiale, e al terzo turno Federico Coria, fratello del più famoso Guillermo che nel 2004 perse il derby di finale a Parigi contro Gaudio. Ultimamente per lui sono arrivati discreti risultati nei Challenger che gli hanno permesso prima di avvicinarsi e poi oltrepassare il muro dei 100 nella classifica Atp. Tra i due ci sono tuttavia diverse spanne di differenza e nel match si sono viste.

Da domani inizieranno gli ottavi di finale con i seguenti incontri: Djokovic–Khachanov, Carreño Busta–Altmaier, Fucsovics–Rublev, Dimitrov-Tsitsipas, Sonego–Schwartzman, Gaston–Thiem, Zverev-Sinner, Korda–Nadal.
Vedremo se ci sarà l’ennesima finale tra Nole e Rafa con Dominic eventuale terzo incomodo al posto di Nadal, oppure se dalle retrovie si muoverà un’onda anomala che condurrà verso nuovi percorsi.
Io mi limiterò a fare il tifo per Sonego e Sinner, credo mi sia consentito.

Leggi anche Sorteggiato il tabellone del Roland Garros 2020. Sarà una finale Djokovic-Nadal?
Leggi anche Giocati i quarti di finale del Roland Garros 2020: Nadal-Schwartzman e Djokovic-Tsitsipas saranno le semifinali
Leggi anche Nadal vince il tredicesimo titolo al Roland Garros 2020

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *