A Montecarlo 2021 in una finale a senso unico vince Stefanos Tsitsipas su Andrej Rublev

18 Aprile 2021
Sandro Columbaro

Prima vittoria in un torneo 1000 del giocatore di Atene che sconfigge nettamente il moscovita in una finale che non ha avuto storia

Un dominio quasi assoluto ha permesso a Stefanos Tsitsipas di vincere il primo torneo 1000 in carriera, dopo le finali perse all’Open del Canada e al torneo di Madrid, battendo Andrej Rublev per 6-3 6-3. Mi aspettavo una partita molto equilibrata visti i precedenti che contavano tre vittorie a testa. Stefanos ha incantato con i suoi colpi efficaci e stilisticamente perfetti che ha giocato senza alcuna titubanza e imprecisione già dai primi scambi.

Il greco è apparso subito incontenibile con dei colpi da fondo straripanti in grado di spostare il russo costretto a difendersi e incapace di trovare sbocchi per giocare il suo diritto tamburellante che è di solito una grande fucina di punti. Già dal primo set Stefanos, partito concentratissimo, ha concesso pochissimi punti al servizio e ha risposto in modo perfetto. Gli è bastato brekkare alla prima opportunità per volare fino al 3-0 e chiudere 6-3 senza concedere alcuna chance né tecnica né psicologica al moscovita di riproporsi pericolosamente.

Chi ha pensato che nel secondo la musica sarebbe potuta cambiare non aveva fatto i conti con il greco quasi perfetto in tutte l’ esecuzioni e con il russo molto falloso soprattutto con il suo colpo principale. Due nuovi break – il primo sull’1-1 e il secondo sul 5-3 – hanno regalato la prima vittoria di Stefanos in un torneo così importante, oltre al successo nel Masters del 2019, e la convinzione che ormai può ambire a mete ancora più alte

Il torneo di Montecarlo, nato ufficialmente nel 1897, s’iniziò a giocare al Country Club nel 1925. Lo hanno vinto firme storiche come Cochet, Tilden, il barone von Cramm e nell’era Open sono sufficienti i i nomi di Borg, Wilander, Lendl, Kuerten e poi Nadal, undici successi, e Djokovic, per capire quanto i più grandi abbiano tenuto a scrivere il proprio nome in questo prestigioso albo d’oro.

In questa edizione, all’assenza di Federer nota da tempo alla quale si sono aggiunti i ritiri di Thiem, Wawrinka e Nishikori prima che il torneo iniziasse, e il forfait di Medvedev (2) a tabellone compilato per positività al Covid, non sono certo mancate, come spesso succede, le sorprese. Il primo appuntamento 1000 della stagione sulla terra battuta è visto come una tappa di avvicinamento ai tornei del Foro Italico e soprattutto del Roland Garros. I migliori sono alla ricerca della forma che arriverà solo fra un mese.

Delle prime otto teste di serie solo Tsitsipas (4) e Rublev (6) sono arrivate alle semifinali. Ruud ma soprattutto Evans, con le loro prestazioni maiuscole, hanno fatto saltare ogni pronostico. Procediamo con ordine e vediamo cosa è successo di interessante fin dai primi giorni.

Tra i sette ammessi al tabellone principale provenienti dalle qualificazioni quattro gli italiani: Travaglia, Caruso, Fabbiano, Cecchinato. Si sono aggiunti a Berrettini (8), Fognini (15), Sinner, Sonego e Musetti al quale gli organizzatori hanno concesso una wild card. Dei nove solo Fabio è arrivato ai quarti di finale. Per gli altri gli ostacoli tra il primo e il secondo turno si sono dimostrati insormontabili. Nessuno tuttavia ha demeritato.

Discreta la prestazione di Sinner contro Djokovic (1). Chiedergli una vittoria sarebbe stato troppo. Anche Musetti ha dimostrato contro Karatsev che la strada da percorrere per diventare competitivo ad alto livello è ancora lunga. Sonego arrivava dalla vittoria del torneo di Cagliari. Ha giocato una buon match contro Zverev (5). Secondo molti ha deluso Berrettini che è stato sconfitto da Davidovich Fokina. Pochi evidentemente si ricordano che non giocava dall’Australian Open. Bisogna dargli tempo perché ritrovi la condizione. Fabbiano ha rischiato di battere il vincitore di Miami Hurkacz (13). Gli è mancata solo un po’ di convinzione. Non si poteva chiedere di più a Travaglia sconfitto da Carreño (12) dopo un match giocato su buoni livelli. Caruso ha perso da uno scatenato Rublev e Cecchinato ha trovato disco rosso contro Goffin (11).

Tra i match più interessanti dei primi giorni ricordo la vittoria di Goffin contro Cilic, quella di Evans con il finalista nell’ultima edizione Lajovic. L’inglese si è ripetuto contro Hurkacz. Ancora una sconfitta netta di Aliassime, questa volta contro Garin (16). Il canadese sta perdendo il filo del suo gioco. Per ritrovarlo si è affidato a Toni Nadal. Lo stesso discorso vale per un altro giovanissimo come De Minaur che nelle ultime uscite sta dimostrando limiti preoccupanti. E’ stato sconfitto dalla potenza di Davidovich. Carreño non ha avuto problemi a battere Khachanov, il moscovita che delude da ormai troppo tempo. Ruud ha dimostrato fin dal secondo turno che questa poteva essere la sua settimana. Ha vinto in modo netto con Schwartzman (7).

Negli ottavi sono arrivate le impreviste sconfitte di Djokovic e di Sascha Zverev. Evans ha sorpreso con una prestazione maiuscola il numero 1 del mondo. L’inglese è partito subito forte portandosi sul 3-0 con un gioco sempre votato all’attacco attraverso colpi preparatori in back. Il serbo tuttavia è ritornato in partita nonostante gli errori, nonostante una forma che stenta ad arrivare dopo in lunga sosta. Pensavo che la partita girasse. Non solo Djokovic sul 4-4 ha perso i due game successivi ma, nonostante l’iniziale vantaggio di 3-0, nel secondo si è fatto riprendere. Non è mancato nemmeno un doppio fallo sul 5-5 30-40 che ha portato l’inglese a servire per il match.
Merito di Evans che ha saputo sparigliare le carte ma Nole ha giocato, come ha ammesso in conferenza stampa, una delle peggiori partite degli ultimi due anni. Daniel non si è lasciato sfuggire l’occasione della vita, la vittoria più bella su una superficie per lui da sempre avarissima di soddisfazioni.

Zverev è stato sconfitto da Goffin. Il belga ha vinto meritatamente un match nel quale ha condotto gli scambi contro un avversario nervoso, distratto e come spesso gli capita incapace di avanzare la posizione di almeno un metro che gli permetterebbe di comandare maggiormente il gioco. David ha avuto gli unici veri tentennamenti al tie-break del secondo set quando si è trovato in vantaggio 6-2. Ha sprecato quattro match point ed è stato costretto a salvare un set point prima di chiudere meritatamente.

Buona la prestazione di Fognini contro Krajinovic. Dominato il primo set, alcuni minuti di distrazione sul proprio servizio gli stavano costando caro. E’ stato bravo a recuperare in extremis e vincere molto facilmente il tie-break.

Ruud dopo aver vinto il primo set contro Carreño sembrava destinato alla sconfitta. Nel terzo sul 5-3 l’asturiano ha avuto due match point ma da quel momento, anche per colpa di un doppio fallo, gli si è completamente spenta la luce. Il norvegese ha vinto quattro game di fila e ha portato meritatamente a casa il match. Rublev con Bautista ha vinto per 7-6 5-7 6-2 uno degli incontri  più intensi che si sono visti questa settimana.

Per Tsitsipas contro lo specialista Garin, Nadal contro Dimitrov che stava soffrendo di una forte nevralgia ai denti e Davidovich contro Pouille, giocatore irriconoscibile se confrontato a quello di un paio di anni fa, vittorie nette per partite non entusiasmanti.

Nei quarti di finale è arrivata la grande sorpresa della settimana quando ormai la luce naturale aveva lasciato il posto a quella artificiale. Rublev ha sconfitto dopo un’autentica battaglia durata oltre due e trenta minuti Nadal (3). Il terzo set ceduto di schianto per 6-2 non rappresenta la fine di un regno ma l’istantanea che nel tennis le nuove generazioni stanno avanzando a suon di risultati.

Ero convinto che la solidità di Rafa avrebbe avuto ancora la meglio dopo il recupero quasi disperato nel secondo set. Pensavo che Rublev potesse risentirne dal punto di vista psicologico, invece ha continuato a martellare con il suo diritto asfissiante facendo girare spesso a vuoto Nadal che non è mai riuscito ad arginare, a contenere. La maschera di sofferenza del maiorchino che nascondeva molto bene la rabbia dimostra che il tempo ha le sue regole alle quali nessuno può sottrarsi. Rafa si è sempre risollevato anche da capitomboli improvvisi. Forse lo farà anche questa volta, ma i giovani stanno bussando sempre più forte.

E’ continuata la folle corsa di Evans. Dopo aver battuto Djokovic è toccato a Goffin. La settimana scorsa quando lo vidi giocare il primo set a Cagliari contro Musetti perso per 6-1, incontro che poi ha rischiato di vincere, pensai che il rosso fosse lontanissimo dalle sue attitudini e capacità tecniche. Perso il primo set per 7-5 dopo essere stato in vantaggio per 5-3, il player di Birmingham non si è demoralizzato. Con il suo gioco antico fatto di continui slice di rovescio e discese a rete ha recuperato un match che sembrava andare in archivio a favore del belga. Ha vinto il secondo set 6-3. Nel terzo ha tenuto il nono gioco nel quale Goffin ha avuto molte palle break e ha chiuso meritatamente al decimo.

Asciugamano sopra la testa per nascondere le lacrime, probabilmente copiose, per Davidovich Fokina. Il ventunenne spagnolo di origini russe ha dovuto abbandonare il campo per problemi muscolari alla coscia sinistra dopo aver perso contro Tsitsipas il primo set per 7-5. I primi segnali che qualcosa non andava sono arrivati sul 3-3. Trattamento fisioterapico e un antidolorifico sono stati sufficienti solo per fargli concludere il primo set. Nei game iniziali ha giocato alla pari dimostrando aggressività ma anche una maggiore precisione a chiudere rispetto solo a qualche mese fa. Peccato per i troppi infortuni e i conseguenti ritiri che stanno condizionando una carriera sicuramente in ascesa. 

Per vincere Fognini avrebbe avuto bisogno di una maggiore concretezza nei momenti in cui non ha sfruttato le tante palle break che è riuscito a procurarsi. Ha iniziato a servire Ruud e questo ha permesso al norvegese di stare sempre avanti, di scambiare in progressione con relativa tranquillità.
Fabio ha creato tennis e ha accorciato, ogni volta che riusciva ad entrare con i piedi nel campo, con ottime soluzioni di rovescio e buoni cambi di ritmo. Non gli è bastato.

Nel primo set decisivi sul 4-5 diversi errori che hanno permesso al norvegese di vincere 6-4 e di staccarsi fino al 3-0 nel secondo. Fabio è stato bravo a crederci e a riportarsi in parità ma nell’ottavo game da 40-0, un calo di concentrazione che in una partita così difficile non si poteva permettere ha consentito a Casper di chiudere 6-3 senza ulteriori complicazioni. Peccato perché Fognini avrebbe potuto approfittare meglio del forfait di Medvedev.

Quando in semifinale arriva un giocatore non previsto il rischio che possa essere spuntata esiste. E’ successo tra Evans e Tsitsipas. Non si poteva chiedere all’inglese che fino a questa settimana aveva vinto pochissime partite sul rosso un’ulteriore impresa. Evans ha pagato in poco più di un’ora tutto quello che di bello aveva fatto finora. Il greco si è dimostrato superiore in ogni zona del campo.

E’ difficile per me raccontare una partita che non c’è stata. Solo i primi game sono stati abbastanza lottati. Evans ha provato ad arginare l’esuberanza del greco e l’unico controbreak del quinto gioco dell’inglese ne dà testimonianza. Dal 3-2 a suo favore Stefanos ha fatto quattordici degli ultimi diciassette punti per chiudere il primo set 6-2 con un break a zero.

La musica non è cambiata neanche nel secondo nel quale il greco ha continuato con un gioco vario che non ha lasciato respiro all’inglese sopraffatto dai continui attacchi che gli piovevano da ogni direzione. Tsitsipas è salito 3-1 con una bellissima volée e ha chiuso 6-1 con un servizio vincente.

Più avvincente, anche se devo dire non molto spettacolare, la seconda semifinale che ha visto prevalere Rublev su Ruud. Dopo un iniziale break del norvegese, Rublev ha incominciato a spingere con il suo inconfondibile diritto che mandava spesso fuori campo Casper. Sono bastati pochi minuti per recuperare e controbrekkare fino al 5-2. Rublev ha chiuso 6-3 dopo trentadue minuti.

Il secondo set con Andrej che fuggiva immediatamente sul 2-0 sembrava destinato a durare ancora meno. E’ stato bravo il norvegese a reagire con una striscia vincente di quattro game. Il match ha vissuto nei giochi successivi il periodo migliore con scambi lunghi e combattuti. Il moscovita ha recuperato e sorpassato fino a tenere sul 6-5 il servizio a zero e chiudere la partita in 1h e venti minuti.

Già dai prossimi tornei sul rosso a partite da Barcellona che inizia domani e poi a seguire Madrid, Roma e Parigi vedremo se saranno in grado di confermarsi e se il regno di chi ha dominato negli ultimi quindici anni sia veramente al crepuscolo. Credo che non mancheranno le rivincite d’orgoglio di Rafa, Nole e anche di Dominic che non sta giocando per problemi fisici.

Andrej e Stefanos sono tra i giocatori che nel corso dell’ultimo anno hanno corso più velocemente. Sicuramente questo sarà un match che prossimamente vedremo moltissime volte, un classico che potrebbe diventare un giorno anche finale Slam.