Nadal vince il tredicesimo titolo al Roland Garros 2020

15 Ottobre 2020
Sandro Columbaro

Battuto Djokovic in una finale che il maiorchino ha dominato fin dai primi giochi.

Tredicesimo titolo e centesima vittoria di Nadal in quello che dal lontano 2005 è da considerare come il suo giardino di casa, ancora più di quanto sia Wimbledon per Federer. Nel match contro Djokovic, che purtroppo non ha mantenuto le promesse che ci attendavamo, Rafa è stato superiore al suo grandissimo avversario in ogni zona del campo lasciandogli troppo poco tempo e nessun momento di crisiper fargli credere che la partita potesse essere messa in discussione.

Ci siamo domandati per mesi a chi avrebbe giovato il forzato riposo dall’attività agonistica. Oggi sappiamo con certezza che il lockdown non ha fatto male a Rafael Nadal. Da quando si è deciso per lo slittamento della data del Roland Garros in autunno lui si è dato in stagione un solo obiettivo. Non si è fatto tentare da Flushing Meadows che tutti i player, tranne Federer e Fognini che si sono fatti operare, hanno giocato.
E’ ripartito da Roma dove si è presentato con lo scopo di mettere tra sé e il Roland Garros alcuni match in preparazione per lo Slam parigino, dopo una sosta lunga quasi sette mesi.
Agli Internazionali d’Italia si è visto chiaramente che era in ritardo dal punto di vista atletico, mentre a Parigi ha migliorato il suo stato di forma partita dopo partita. Si è avvicinato alla finale sornione ma mai spavaldo, con passi felpati ma mai incerti.

Quando venti giorni fa Schwartzman vinse, per la prima volta in carriera, nei quarti di finale degli Internazionali d’Italia contro un Nadal chiaramente fuori condizione, non credo si fosse fatto molte illusioni. Rafa, al rientro dopo la vittoria ad Acapulco contro Fritz nell’ultimo giorno di febbraio di un anno bisestile, era in ritardo di preparazione. El Peque sapeva benissimo che se l’avesse incontrato al Roland Garros sarebbe stato molto più difficile. Due anni fa, al rientro in campo dopo l’interruzione per pioggia, non gli bastò il vantaggio di un set e di un break.

Nelle semifinali di venerdì il primo gioco durato quattrodici minuti sembrava presagire una partita lunghissima, troppo per Diego che pur in ottima forma aveva impiegato un pomeriggio lungo oltre cinque ore per sconfiggere nei quarti il suo amico Thiem.
A Roma fu soprattutto il rovescio dell’argentino, variato molto per velocità e direzione, a mettere in crisi Nadal. Per la semifinale del Roland Garros Rafa e il suo team hanno preparato la partita in modo perfetto dal punto di vista tattico: la palla del player di Manacor era giocata con molto top spin e quella corta tentata, quasi sempre in modo vincente, con frequenza. Gli scambi brevi li vinceva quasi tutti il maiorchino che preferiva evitare il gioco asfissiante del player di Buenos Aires.
Forse con la mente, anche se non è da Rafa, era già oltre, stava già pensando alla finale che avrebbe potuto giocare con Nole. Voleva consumare il minimo di energie psicofisiche per riservarle al match di domenica. E’ quello che ho pensato quando l’ho visto in ritardo nel terzo set nel quale l’argentino, mai domo, ha alzato ulteriormente il suo livello di gioco. Rafa ha recuperato e non si è fatto più sorprendere.
Il tie-break del terzo set vinto senza concedere nemmeno un punto al suo grande avversario ci ha consegnato un Nadal in fiducia per la sua tredicesima finale al Roland Garros.

Djokovic al Foro Italico aveva vinto battendo proprio l’argentino in finale. Credo tuttavia che anche lui sapesse che il Nadal che avrebbe rivisto a Parigi sarebbe stato un altro giocatore.
Nella semifinale contro Tsitsipas ha giocato nei primi due set una partita d’impeto ma poi si è visto rimontare dal tennis tutto talento del giocatore di Atene che ha annullato un match point nel terzo set per la gioia di papà Apostolos. Nel quarto il greco, ancora sugli scudi, ha mantenuto un livello di gioco altissimo e di primissima qualità dal punto di vista tecnico, soprattutto ogni volta che c’era da annullare una palla break. Nel quinto set Stefanos, complici anche alcuni problemi muscolari, non ha tenuto il gioco da fondo di Nole che ha ritrovato fiducia e profondità nei colpi.
Nadal e Djokovic non s’incontravano in finale al Roland Garros dal 2014. La prima volta fu nel 2012. In entrambe le occasioni vinse Rafa in quattro set.

Nadal nelle prime due frazioni non solo ha giocato più profondo sulla diagonale di sinistra, sulla quale spesso Nole ha deciso in passato i suoi incontri col maiorchino, ma soprattutto è stato in grado di variare molto i suoi schemi. Mai una palla come la precedente per velocità, angolazione, altezza e col passare dei minuti ha reso inoffensiva anche la palla corta del serbo che è sembrata l’unica risorsa iniziale a sua disposizione.
Come potremmo commentare il 6-0 6-2?, oltre a quello che dicono i freddi numeri che testimoniano il dominio di Rafa incontrastato, in alcuni momenti persino imbarazzante.
Nel terzo set Nole che fino a quel momento era apparso irriconoscibile, pochi sguardi al suo team e nessun pugno in aria a ricordare che è lui il numero 1, ha provato a svegliarsi dal letargo nel quale era finito grazie alle strategie vincenti di Rafa. Il tentativo c’è stato ma solo parzialmente. Solo in pochissimi momenti, come quando ha effettuato sul 2-3 del terzo set il suo unico break, ha provato a essere più incisivo e anche a farsi sentire. Solo pochi minuti perché Rafa ha ripreso a macinare il suo gioco spegnendo sul nascere qualsiasi velleità di riscossa. Un doppio fallo di Djokovic ha portato Nadal a servire per il match che ha chiuso per 7-5 con un ace.

premiazione-nadal

Per chi avrà tifato Federer? Per il suo amico avversario maiorchino che vincendo lo raggiungeva nel numero di slam vinti o per il suo nemico Djokovic, si stimano ma se possono si evitano. Non lo sapremo mai. Forse per non soffrire avrà preferito passare il pomeriggio giocando con i figli.
Tuttavia Roger, da gran signore, ha postato un tweet sincero e molto affettuoso nei confronti di Rafa. La possibilità di farsi superare nel numero degli Slam sembra sempre più vicina, ma forse spera di figurare benissimo al suo rientro in Australia e soprattutto a Wimbledon.

Nadal in queste due settimane non ha perso un set. Solo Sinner lo ha messo veramente in difficoltà nel punteggio quando è andato a servire per il primo set e quando si è trovato sul 3-1 nel secondo. Poco, troppo poco!
Oggi abbiamo una certezza. Nadal vuole continuare sulla sua strada di vittorie, almeno in questo Slam, per diversi anni ancora come ha fatto educatamente capire durante la premiazione. Se c’è qualche giovane player che voglia veramente mettere in discussione la sua supremazia al Roland Garros deve incominciare a rimboccarsi le maniche e correre molto più velocemente. Le settimane del prossimo torneo parigino, a cavallo tra maggio e giugno, non sono poi così lontane.

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